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Sospetta corruzione dal Qatar, fermati quattro italiani a Bruxelles: tra questi Panzeri e Visentini

Per gli inquirenti l'emirato arabo avrebbe tentato di influenzare le decisioni economiche e politiche di Bruxelles con ingenti somme di denaro. Nella Bergamasca arrestate la moglie e la figlia dell'ex eurodeputato

Sospetta corruzione dal Qatar, fermati quattro italiani a Bruxelles: tra questi Panzeri e Visentini - foto 1
Ansa

Corruzione internazionale dal Qatar: è questa l'ipotesi di reato con cui Antonio Panzeri e Luca Visentini, rispettivamente ex europarlamentare e segretario generale dell'organizzazione internazionale dei sindacati Ituc, sono stati fermati, insieme ad altre due persone di origine italiana, dalla polizia a Bruxelles.

Gli inquirenti sospettano che un Paese del Golfo, senza specificare quale, abbia tentato di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo. Secondo il quotidiano Le Soir, il Paese in questione sarebbe l'emirato del Medio Oriente dove si stanno svolgendo i mondiali di calcio. Nel mirino della magistratura belga anche Eva Kaili, vicepresidente del Parlamento europeo: l'eurodeputata socialista greca è stata fermata a Bruxelles per essere interrogata dalla polizia.

 

 

Corruzione dal Qatar: trovati 500mila euro in contanti nella casa di Panzeri -  Il tribunale federale belga ha confermato il fermo di quattro persone, tra cui Panzeri e Visentini. Ora il giudice istruttore nelle prossime 48 ore potrebbe decidere di spiccare eventuali mandati d'arresto. Nell'ambito dell'operazione di stamane, 9 dicembre, la polizia ha effettuato 14 perquisizioni. A Bruxelles, a casa di Panzeri, secondo quanto scrive Le Soir, gli inquirenti hanno trovato 500mila euro in contanti. Tutti i fermati sono di nazionalità o di origine italiana. Tra loro anche il direttore di una Ong e un assistente parlamentare.

 

 

Chi sono Antonio Panzeri e Luca Visentini: volti noti in Ue -  Antonio Panzeri e Luca Visentini sono due personalità piuttosto conosciute negli ambienti brussellesi. Panzeri è stato eurodeputato per tre mandati, dal 2004 al 2019. Originario del bergamasco, membro della direzione dei Ds, Panzeri è stato eletto all'Eurocamera nella lista Uniti nell'Ulivo ed è stato riconfermato a Strasburgo alle Europee del 2009. Nel 2014 è stato eletto eurodeputato una terza volta, nelle liste del Pd ma nel 2017 ha lasciato i Dem per aderire ad Articolo I. All'Eurocamera ha ricoperto diversi incarichi ed è stato, tra l'altro, presidente della sottocommissione dei diritti umani. Luca Visentini è stato per diversi anni il punto di riferimento dei sindacati europei. Ha cominciato nella Uil del Friuli Venezia Giulia e nel maggio 2011, al congresso di Atene, è stato eletto segretario confederale della Etuc, l'European Trade Union Confederation, ossia la confederazione dei sindacati europei. Nel 2015 è stato eletto segretario generale, sempre della Etuc e nel 2019 è stato riconfermato. Il suo addio all'Etuc è recentissimo: al congresso di Melbourne di fine novembre, infatti, Visentini ha vinto le elezioni come segretario generale della Ituc (International Trade Uniion Confederation), la più grande confederazione sindacale del mondo.

 

Arrestate la moglie e la figlia di Panzeri - Intanto nella Bergamasca è stato eseguito il mandato di arresto europeo nei confronti della moglie e della figlia di Pier Antonio Panzeri. L'ex eurodeputato risulta avere ancora casa a Calusco d'Adda, il paese del Bergamasco di cui è originario: proprio lì sarebbero state rintracciate la moglie, Maria Colleoni, di 67 anni, e la figlia Silvia, d i38. Le donne si trovano ora in carcere a Bergamo, dove sono state accompagnate in base al mandato che prevede la custodia cautelare in carcere.

 

 

L'impegno nelle Ong a sostegno dei diritti umani - Le Soir sottolinea che i fermati sono molto attivi in associazioni e Ong a sostegno dei diritti umani: "Panzeri è anche presidente di Fight Impunity, un'organizzazione no-profit che promuove 'la lotta contro l'impunità per gravi violazioni dei diritti umani' e la giustizia internazionale. Secondo le nostre informazioni, la sede di Fight Impunity situata nel centro di Bruxelles (rue Ducale) è stata perquisita questa mattina", si legge sul sito web del giornale belga francofono.

 

 

Le perquisizioni - "Il Qatar sospettato di corruzione nel cuore dell'Europa", titola Le Soir. Mentre Knack titola "Coppa del mondo Qatar: 16 case perquisite nell'ambito di un'indagine su corruzione all'Europarlamento". A proposito del numero di perquisizioni, Knack precisa che sono state effettuate in 16 case in 14 località. La procura federale belga ha riferito di averne effettuato in diversi comuni dell'area di Bruxelles, in particolare a Ixelles, Schaerbeek, Crainhem, Forest e Bruxelles 1000.

 

"Da diversi mesi gli investigatori della polizia giudiziaria federale sospettavano un Paese del Golfo di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo versando ingenti somme di denaro o offrendo doni importanti a terzi aventi una posizione politica e/o strategica significative in seno al Parlamento europeo", ha riferito la procura federale, aggiungendo che "le perquisizioni odierne hanno permesso agli investigatori di sequestrare 600mila in contanti. Sono stati sequestrati anche apparecchiature informatiche e telefoni cellulari, elementi che verranno analizzati nell'ambito delle indagini".

 

Fermata a Bruxelles la vicepresidente del Parlamento Ue - Nell'inchiesta per corruzione internazionale e riciclaggio sono coinvolti anche la socialdemocratica greca Eva Kaili, vicepresidente del Parlamento europeo, e il suo compagno. Le perquisizioni hanno interessato la Kaili, che è stata fermata a Bruxelles per essere interrogata dalla polizia. Il gruppo dei Socialisti all'Eurocamera ha sospeso, con effetto immediato, la Kaili che è stata anche espulsa dal suo partito, il Pasok, su decisione del presidente Nikos Androulakis.

 

S&D: "Stop a lavori e voti su Paesi del Golfo al Pe" - Nel mirino della magistratura sono finiti, inoltre, elementi di spicco del gruppo S&D del Parlamento europeo. "Data la gravità delle accuse" i socialisti Ue hanno chiesto la sospensione "dei lavori su tutti i dossier e delle votazioni in plenaria riguardanti gli Stati del Golfo, in particolare la liberalizzazione dei visti e le visite previste", fintanto che non vengano forniti "informazioni e chiarimenti pertinenti".

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