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Cile, Pandora Papers: il centrosinistra vuole l'impeachment di Pinera alla vigilia delle elezioni

Secondo i documenti il presidente cileno avrebbe impedito l’istituzione di una riserva naturale a favore di interessi personali

sebastian pinera
-afp

Si è aperto il vaso di Pandora, e gli omonimi Papers hanno tirato fuori anche gli scheletri di Sebastian Pinera. Il presidente del Cile si trova ora sotto accusa per una controversa vendita di una società mineraria. Se approvata dal Parlamento, potrebbe portare alla destituzione di Pinera o all'interdizione dai pubblici uffici. Uno scandalo che anticipa le elezioni cilene di novembre e regala un vantaggio all’opposizione di centrosinistra.

Cos’è successo - Pinera ha usato "il suo ufficio per affari personali", ha detto il deputato Tomas Hirsch quando ha presentato l'accusa alla camera bassa del Congresso. La famiglia Pinera, infatti, nel 2010 ha venduto la sua partecipazione al progetto della miniera Dominga, ricca di rame e ferro, a un socio in affari nonché caro amico di infanzia: Carlos Alberto Deleno. Un vendita in due atti, uno firmato in Cile per il valore di 14 milioni di dollari, l’altro nel paradiso fiscale delle Isole Vergini Britanniche per un totale di 138 milioni di dollari. E nella seconda transazione appare un controverso accordo minerario. Il problema infatti è che un terzo del lotto di pagamento contiene una clausola: il governo non deve promuovere la protezione dell’ambiente nell’area proposta di Mina, nel nord del Cile.

In poche parole Pinera non doveva dichiarare come riserva naturale la zona de La Higuera, dove si trova l’arcipelago di Humbot, uno degli ecosistemi più ricchi di biodiversità che ospita orche, balenottere azzurre e l’80% dei pinguini Humboldt, specie a rischio di estinzione. Dominga possedeva già due miniere a cielo aperto nel deserto di Atacama e voleva costruire un porto di carica proprio vicino all’arcipelago in questione. Se fosse diventato riserva naturale l’imprenditore cileno avrebbe visto naufragare il suo progetto. Ma non succede perché il governo Pinera dell’epoca fa arenare la proposta nonostante le pressioni dei gruppi ambientalisti, e lo fa perché mosso da interessi personali. Questi i dati trapelati dai Pandora Papers, la più grande serie di dati offshore nella storia. E si muovono i primi passi nel processo di impeachment che potrebbe durare diverse settimane. 

 

Ma non è la prima volta - È infatti il secondo caso di impeachment avviato contro Pinera. Nel 2019 il presidente cileno era stato accusato per le repressioni brutali dei manifestanti contro la disuguaglianza. Un tentativo fallito, e Pinera non viene rimosso dall’incarico.

 

Le cose potrebbero andare diversamente al secondo giro - Se riconosciuto colpevole, il miliardario Pinera potrebbe essere incarcerato fino a cinque anni. Il pubblico ministero del Cile ha dichiarato la scorsa settimana che l'indagine è stata aperta per "corruzione, e eventuali reati fiscali". Ora la Camera dei deputati cilena, controllata dall'opposizione, dovrà decidere se approvare o respingere l'atto d'accusa, voto che avverrà la prima settimana di novembre, hanno spiegato fonti congressuali all'Agenzia France Press. Se ricevesse il via libera, il caso passerebbe al Senato, che dovrebbe fare da giuria per suggellare il destino di Pinera.

 

La versione di Pinera - Il presidente afferma di avere  "piena fiducia che i tribunali, come hanno già fatto, confermeranno l'assenza di irregolarità e anche la mia totale innocenza". Pinera infatti se la gioca così: il caso era già stato esaminato da una Commissione di indagine parlamentare nel 2017, conclusasi in un nulla di fatto. Ma la sua insistenza non ha convinto il pubblico ministero, la scorsa settimana ha affermato che i fatti della miniera di Dominga non erano espressamente inclusi nel caso archiviato nel 2017. E si va avanti. Pinera si trova così incastrato tra l’accusa di occultare ricchezze in paradisi fiscali, e quella di possibile influenza sul processo di approvazione del progetto minerario.

 

E intanto si avvicinano le elezioni - La decisione dovrebbe essere presa prima che i cileni si rechino alle urne il 21 novembre per eleggere il successore di Pinera. Il suo secondo mandato, iniziato a marzo 2018, scade infatti il prossimo 11 marzo. La presentazione di un’accusa costituzionale contro Pinera potrebbe porsi anche un altro obiettivo: compromettere la corsa alla presidenza del  candidato di centrodestra Sebastián Sichel. Un ultimo colpo al governo Pinera che si avvicina al termine di un quadriennio turbolento, un'opportunità per i candidati di sinistra che guadagneranno terreno.

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