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Caso Salis, Gabriele Marchesi torna libero: non verrà trasferito in Ungheria

Accolta la richiesta della procura generale e della difesa. I giudici di Milano: "Nelle loro carceri rischio di trattamento inumano"

Fotogallery - Milano, Gabriele Marchesi non sarà estradato in Ungheria

Torna libero Gabriele Marchesi, il coindagato di Ilaria Salis che era ai domiciliari da fine novembre.

Lo ha deciso la Corte d'Appello di Milano, che ha respinto la richiesta dell'Ungheria di consegnare il 23enne, il quale era strato arrestato nel capoluogo lombardo sulla base di un mandato di arresto europeo. È stata accolta la richiesta formulata dal sostituto procuratore generale Cuno Tarfusser e dell'avvocato Mauro Straini, difensore del giovane.

Caso Salis, Gabriele Marchesi torna libero: non verrà trasferito in Ungheria - foto 1
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Marchesi, presente in aula con il suo legale, è accusato, con Ilaria Salis, di lesioni aggravate "potenzialmente letali" che sarebbero state commesse a Budapest il 10 febbraio 2023 su due hammerskin in occasione delle manifestazioni neonaziste del "Giorno dell'Onore". Era stato arrestato e posto ai domiciliari il 21 novembre 2023, su mandato di cattura europeo e posto ai domiciliari che non possono, però, essere protratti oltre il 18 maggio prossimo. La Procura generale di Milano aveva espresso parere negativo alla consegna del giovane alle autorità ungheresi, decidendo a febbraio che Marchesi dovesse restare ai domiciliari in Italia.

 

 

Marchesi: "Sono contento"

 "Sono contento", è quanto si è limitato a dire Marchesi, subito dopo la lettura del provvedimento. Il 23enne, visibilmente emozionato, ha poi abbracciato un amico e ha stretto la mano al pg Cuno Tarfusser. Poi, su consiglio dell'avvocato Straini, che lo difende insieme al collega Eugenio Losco, è rientrato a casa in attesa della notifica dell'atto con cui ritorna libero.

 

Giudici Milano: "Nelle carceri ungheresi rischio di trattamento inumano"

 Esiste il "rischio reale di un trattamento inumano e degradante" nelle carceri ungheresi e "c'è fondatezza di timori di reali rischi di violazione dei diritti fondamentali". Sono questi due dei passaggi delle motivazioni con cui la Corte d'Appello di Milano ha rigettato la richiesta di consegna da parte delle autorità ungheresi di Marchesi.

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