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Bruxelles, il piano che blocca i migranti della Libia

Per la prima volta i governi europei sono decisi ad aiutare lʼItalia con il progetto della presidenza maltese

Improvvisa virata nella politica dell'Ue con la presentazione del nuovo piano sulla "Migrazione nella rotta del Mediterraneo centrale", che prevede l'utilizzo di navi ed equipaggi italiani ed europei davanti alla Libia per combattere i trafficanti e bloccare i flussi migratori.

E' il primo documento che sembra avere l'appoggio di tutti i governi europei (anche Merkel e Gentiloni) e che gioverebbe in particolare a Italia e Malta.

Il piano vuole estendere "Sofia", la missione navale europea nel Canale di Sicilia, alle acque territoriali libiche con la possibilità di creare un blocco navale per impedire la partenza dai porti in Libia dei trafficanti. In prima linea nello schieramento, dunque, ci sarebbero i libici e alle loro spalle la missione Ue, sulle cui navi sarebbero imbarcati uomini della Forza di gendarmeria europea per distruggere i barconi. Si prevede inoltre il rafforzamento della Guardia costiera libica con mezzi europei e il coinvolgimento di Egitto, Tunisia e Algeria e le intelligence dei governi europei.

Obiettivi -  Il piano si prefigge traguardi importanti come il miglioramento delle condizioni disumane dei migranti (anche grazie all'Onu e alla creazione di centri di aiuto), la riduzione delle morti (da inizio decennio i morti in mare sono 13mila) la diminuzione del flusso di migrazione (nel 2016 sono stati in 131mila ad attraversare il Canale di Sicilia) e l'aiuto al reinserimento in patria per chi volesse tornare.

L'iniziativa - L'ossatura del documento è frutto del lavoro dell'Alto rappresentante Federica Mogherini e del commissario Dimistris Avramopoulos ed è stato voluto dal premier di Malta, Joseph Muscat, che detiene la presidenza di turno dell'Ue, il quale ha chiesto di "esplorare politicamente la fattibilità" di estendere la missione europea alle acque libiche. Il piano è contenuto in una "Comunicazione" approvata dal Collegio. Alla Libia verranno forniti i mezzi per avere un "ruolo centrale" nel controllo e nei salvataggi nelle acque territorial. A Malta, il 3 febbraio, i leader europei approveranno il testo, limato e corretto in queste ore a Bruxelles.

Il premier libico - Fayez al-Sarraj, leader del Governo di Accordo Nazionale, sa che il suo paese sta vivendo tempi difficili, aggravati, sabato scorso, dall'esplosione intorno all'ambasciata italiana a Tripoli, di cui si ignorano i responsabili e le cause. Ma sull'Italia non ha dubbi: "Abbiamo estremo bisogno dell'appoggio internazionale e l'Italia fa da apripista". E sulla riapertura dell'ambasciata italiana il premier si dice d'accordo.

Accordo sui migranti - La Libia ha firmato un accordo con l'Italia per controllare i flussi migratori. Un impegno difficile perché "i barconi che partono dalle nostre coste verso nord sono solo la conseguenza della mancanza di coordinamento con i Paesi limitrofi" dice il premier libico. Dunque, sono necessari accordi con Ciad, Niger, Mali e Sudan e sopratutto una politica di stabilizzazione dei Paesi di partenza.