Era nipote magnate del petrolio
John Paul Getty III, nipote del magnate americano del petrolio John Paul Getty che 50 anni fa era l'uomo più ricco del mondo, è morto all'età di 54 anni dopo una lunga malattia nella tenuta di famiglia del Buckinghamshire, in Gran Bretagna. Getty era balzato agli onori delle cronache a 16 anni quando, nel 1973, venne rapito in italia: il nonno si rifiutò di pagare il riscatto, e i banditi calabresi, per convincerlo, gli spedirono l'orecchio del nipote.
Costretto a pagare 2,1 milioni di sterline per il rilascio (i rapitori ne avevano chiesti inizialmente 17, ma il magnate del petrolio li aveva spiazzati con il suo rifiuto: "Ho 14 nipoti. Se cacciassi fuori un centesimo, avrei 14 nipoti rapiti"), il nonno obbligò il nipote a restituirgli la somma con il 4% di interessi annui. Una volta liberato, nel gennaio 1974, Paul Getty III venne diseredato per le sue improvvise nozze con la regista Gisela Zacher, e visse bruciando la propria gioventù fra alcol e droghe fino a quando un ictus, provocato da un'overdose, lo lasciò cieco e paralizzato a soli 24 anni.
Il sequestro
Di Paul Getty III si perdono le tracce la notte del 10 luglio 1973. Paul è un ragazzo con i capelli lunghi e l'aspetto trasandato, lo si vede spesso a Roma dalle parti di Campo de' Fiori, Santa Maria in Trastevere e Piazza Navona dove vende piccoli oggetti di artigianato che realizza con le sue mani.
In un primo momento la notizia passa in sordina; poi però emerge che si tratta di un vero sequestro di persona, compiuto a scopo di estorsione: Paul è infatti il nipote di un ricchissimo petroliere. I beni del nonno di Paul sono valutati 1.000 miliardi di lire, e il patrimonio delle sue compagnie è di 3.000 miliardi. Le cronache cominciano così a occuparsi diffusamente della vicenda, e la madre del ragazzo, che gestisce una boutique in piazza di Spagna, riceve le prime richieste di denaro. La donna improvvisa anche una conferenza stampa, nella sua casa ai Parioli, e parla delle comunicazioni che riceve dai rapitori, dichiarando apertamente che la famiglia è disposta a trattare.
Quando la madre di Paul gli gira la richiesta di riscatto, però, il nonno oppone un netto rifiuto. E' un atto brutale dei rapitori a imprimere un altro corso alla vicenda: "Mandiamo al giornale questo orecchio perché la famiglia da tre mesi ci prende in giro dicendo che non ha soldi per pagare". Queste parole, accompagante da un pezzo d'orecchio del giovane Getty, arrivano alla redazione de "Il Messaggero". Anche la madre riceve anche una lettera del figlio e le foto di Paul: "Se dopo questa lettera non succederà nulla, aspetterò la morte a soli 17 anni", si legge sul biglietto scritto dal ragazzo.
Al quotidiano "Il Tempo" arriva invece direttamente una telefonata dei rapitori: una voce con accento calabrese chiede se la testata sia interessata a ricevere foto di Getty senza l'orecchio. L'uomo spiega al cronista dove andare e fa trovare le immagini lungo l'autostrada Roma-Napoli. Dopo la mutilazione dell'orecchio, la famiglia decide di pagare il riscatto: Paul Getty III viene così liberato il 15 dicembre del 1973, dopo più di cinque mesi di sequestro.