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Haiti, "più aiuti contro il colera"

16 Nov 2010 - 17:27

Le stime ufficiali dicono che ad Haiti i morti per il colera siano mille e le persone contagiate 15 mila. Ma per chi lavora sul campo la situazione è ben più drammatica. Molti vivono nelle tendopoli. Chi si ammala, spesso, non riesce neppure ad arrivare in ospedale. Quelli che ce la fanno, si presentano in condizioni disperate, completamente disidratati. Spesso è impossibile curarli. Il colera è molto veloce.

Ida Venier, è una volontaria che si occupa del coordinamento dei progetti medici per la Fondazione Rava. E’ ad Haiti per monitorare i progetti avviati dopo il terremoto e per controllare il lavoro svolto nell’ospedale pediatrico NPH Saint Damien, dove molti malati di colera vengono curati. L’ospedale pediatrico NPH Saint Damien ha allestito un campo per accogliere queste persone. E’ un campo modulare, dove attualmente ci sono 45 posti letti. E’ completamente separato dal resto dell’ospedale e costruito con tutti i criteri per evitare che il colera si diffonda tra gli altri pazienti.

I Caschi blu sono accusati dalla popolazione di aver propagato l’epidemia di colera nel paese. Le risulta?
E’ vero, sono accusati di quello dalla popolazione di Haiti. Ci sono anche stati disordini nel Nord contro una base nepalese. L’epidemia è stata importata. E poi qui la diffusione è molto facile, viste le condizioni igieniche in cui vive la popolazione. C’è una grossa probabilità che quest’epidemia sarà molto importante.

Dicono che l’epidemia possa durare mesi, se non anni.
Sì, sicuramente. In questo momento sta crescendo. Cresce la diffusione del contagio, almeno per quello che vediamo noi.

E’ difficile informare la popolazione per evitare che venga contagiata dal colera?
NPH Saint Damien ha attivato delle cliniche mobili che si muovono nel nord del paese - nella parte cruciale da dove si è diffusa poi l’epidemia - per portare aiuto e sostegno alle persone che vivono nelle tendopoli e distribuire dei package con i primi aiuti. Materassi puliti, ma soprattutto acqua potabile e soluzioni saline, integratori, antibiotici. E’ un intervento molto efficace perché permette di entrare nelle tendopoli e consente a medici ed infermieri di curare i malati di colera che non riescono nemmeno ad arrivare in ospedale. Queste cliniche mobili sono sicuramente uno strumento fondamentale per riuscire a far veicolare il messaggio, perché entrano nelle tendopoli, dove la gente vive senza fognature, senza acqua potabile, senza nulla. Quindi, oltre a portare aiuti, sicuramente è il veicolo migliore per diffondere le norme comportamentali fondamentali per non ammalarsi di colera.

Cosa bisognerebbe fare per arrestare l’epidemia?
La cosa migliore è riuscire a migliorare le condizioni igieniche, quindi bisognerebbe riuscire a scavare pozzi, fognature, portare acqua potabile. Queste sicuramente sono le uniche cose che si possono fare per fermare l’epidemia. E mandare aiuti per permettere di realizzare tutte queste opere. Dietro al nostro ospedale è stato costruito un forno crematorio. E’ terribile, ma in questo momento è fondamentale perché i morti sono anche per strada. Devono essere portati qui per evitare la contaminazioni.

Gli aiuti del governo ci sono?
Il governo fa quello che riesce. Io sono un operatore umanitario sul campo e vedo che noi stiamo facendo molto. Ci stiamo dando molto da fare, come altri operatori umanitari.

Quindi l’aiuto delle associazioni umanitarie in questo momento è fondamentale?
In questo momento il governo fa quello che può. Bisogna pensare alla situazione del paese in cui il colera è esploso. E’ un paese già in ginocchio per il terremoto, un paese estremamente provato.

Dal punto di vista politico, com’è la situazione ad Haiti?
Ci saranno le elezioni presidenziali il prossimo 28 novembre.

A cosa sono stati destinati gli aiuti raccolti dalla Fondazione Rava?
Gli aiuti che sono arrivati dall’Italia dopo il terremoto e in generale tutti quelli che sono arrivati alla Fondazione Rava sono tutti stati importanti per realizzare i nostri progetti. L’ospedale modulare che accoglie i malati da colera è stato allestito in meno di una settimana. Soltanto oggi sono 45 i ricoverati. Ma stiamo allestendo nuove tende, perché non bastano.

Cosa chiede ai lettori del Tgcom?
Di collegarsi al sito della Fondazione Rava (www.nphitalia.org) per restare informati e tenere un fanale acceso su Haiti. Quest’emergenza colera rischia di mettere veramente in ginocchio un paese già provato dal terremoto di dieci mesi fa. Per il nostro lavoro gli aiuti economici sono fondamentali. Il packege di base che distribuiamo ai malati costa 22 euro. Con questa cifra riusciamo a fornire il materasso, il lenzuolo, le prime cure contro la disidratazione, le soluzioni saline, gli antibiotici. Insomma il kit di primo aiuto. Faccio un appello alla sensibilità di tutti.

Alessia Ceccarelli

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