Aung San Suu Kyi, la donna simbolo della lotta per la democrazia nel Myanmar, è tornata in libertà. La polizia, su ordine delle autorità birmane, ha rimosso i blocchi davanti alla casa del premio Nobel per la pace. Un responsabile birmano coperto dall'anonimato ha confermato che la donna è stata liberata dopo oltre sette anni di arresti domiciliari.
Funzionari del regime birmano sono entrati nell'abitazione di Aung San Suu Kyi verso le 17 locali (le 11.30 in Italia) per leggerle l'ordine di liberazione della giunta militare. Sabato scadevano i termini della sua ultima condanna a 18 mesi di arresti domiciliari. "Ora è libera", ha detto un funzionario sotto anonimato.
Circa 2.000 persone si sono radunate nelle ultime ore davanti alla casa del Premio Nobel per la pace, aspettando il suo rilascio. La leader dell'opposizione democratica birmana èapparsa commossa ai cancelli, e ha salutato la folla festante che la aspettava. "Dobbiamo lavorare insieme, all'unisono, per raggiungere il nostro obiettivo", ha detto Aung San Suu Kyi, invitando i suoi sostenitori a tornare domenica quando terrà un discorso, il primo dopo la liberazione.
Suu Kyi è apparsa davanti al cancello della sua casa con un abito tradizionale lilla. La folla che l'aspettava, l'ha accolta con applausi, cantando l'inno nazionale. "C'è un tempo per la calma e un tempo per parlare - ha detto la donna - il popolo deve lavorare all'unisono. Solo allora potremo raggiungere il nostro obiettivo". Dopo il breve incontro con la folla, Suu Kyi è rientrata nella sua casa assieme ad alti esponenti del suo partito.