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Obama:"In M.O. ostacoli per pace"

10 Nov 2010 - 06:14

Per il presidente americano Barack Obama "rimangono enormi ostacoli" sulla via della pace in Medio Oriente. Tuttavia, Obama ha ricordato che farà "tutto il possibile" per riuscire a raggiungerla. Il presidente ha tenuto un discorso all'Università d'Indonesia di Depok, vicino Giacarta, poi è partito per la Corea del Sud, dove si apre in una Seul blindata il vertice del G20.

''In Medio Oriente ci siamo trovati di fronte a false partenze e battute d'arresto, ma abbiamo perseverato nella nostra ricerca della pace. Israeliani e palestinesi hanno ripreso i colloqui diretti, ma rimangono ostacoli enormi'', ha dichiarato Obama nel corso di un discorso all'Universita' d'Indonesia a Depok, vicino Giacarta. ''Non dobbiamo farci illusioni sul fatto che Pace e sicurezza arriveranno facilmente. Ma non ne dubito: faremo del nostro meglio per ottenere un risultato che sia equo e nell'interesse di tutte le parti coinvolte, in modo che due stati, Israele e Palestina, vivano fianco a fianco in pace e in sicurezza'', ha aggiunto il presidente americano. Obama aveva criticato la decisione di Israele di costruire 1.300 nuove case a Gerusalemme Est: ''Questo genere di attività non aiuta quando si tratta di negoziati di pace''. 

Nessuna concesisone da Israele: "No alla moratoria sugli insediamenti"
Israele ha intanto escluso una moratoria dell'edificazione di insediamenti di coloni, in aperta sfida agli inviti con cui la comunità internazionale aveva auspicato un gesto che possa preludere al rilancio dei negoziati diretti tra lo Stato ebraico e i palestinesi. "Non vi è mai stata una moratoria, né mai vi sarà. Questa - ha sottolineato il segretario di gabinetto, Zvi Hauser - è la politica del governo israeliano da 40 anni". Il governo israeliano aveva datto nei giorni scorsi il via libera alla costruzione di 1.300 case nelle colonie di Gerusalemme est e 800 a Ariel, in Cisgiordania: è su queste decisioni israeliane che rischia di fallire definitivamente il processo di pace in Medio Oriente. Anche perché, nel bel mezzo della visita americana di Benjamin Netanyahu e alla vigilia dall'incontro tra il premier israeliano e il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, suonano come una beffa.

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