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Sakineh, mercoledì l'esecuzione

02 Nov 2010 - 09:22

Sakineh Mohammadi Ashtiani, l'iraniana di 43 anni, finita nel braccio di Tabriz per adulterio e concorso in omicidio, sarà giustiziata mercoledì. Lo conferma il Comitato internazionale contro la lapidazione. Del caso si è interessata la stampa mondiale e le pressioni avevano inizialmente spinto Teheran a commutare la pena da lapidazione in impiccagione. "L'Occidente difende un'omicida", ha detto il vice ministro degli Esteri iraniano.

Nel 2006 venne Sakineh venne punita con 99 frustate per dei rapporti "illeciti" con due uomini, poi venne stabilita la condanna a morte per aver organizzato l'omicidio di suo marito. Il comunicato dell'ong riporta che "il regime islamico iraniano prevede di giustiziare Sakineh immediatamente. Le autorità di Teheran hanno dato il via libera alle carceri di Tabriz per effettuare l'esecuzione. E' stato riferito che la donna sarà giustiziata mercoledì". Teheran, attacca l'ong, "ha creato un nuovo scenario per accelerare l'esecuzione".

L'11 ottobre, erano stati arrestati anche il figlio e l'avvocato della donna. Il Comitato contro la Lapidazione si è già messo in moto ed ha organizzato un evento di protesta alle 14 ora locale, le 15 in Italia, davanti all'ambasciata iraniana a Parigi e una marcia dinanzi alla sede del Parlamento europeo, a Bruxelles.

La mobilitazione della comunità internazionale nelle passate settimane è stata tale che il presidente brasiliano, Inacio Lula da Silva, ha offerto al collega iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, di dare asilo politico alla donna; richiesta che è stata rifiutata dalle autorità iraniane. Anche i ministri degli Esteri di Italia e Francia si sono offerti di incontrare il collega iraniano, Manoucher Mottaki, per affrontare il caso, ma anche la loro richiesta è stata respinta.

Dopo l'intervento dei Paesi occidentali a difesa di Sakineh, il vice ministro degli Esteri iraniano, Hassan Qashqavi, ha dichiarato che "l'Iran difende la vittima e la sua famiglia mentre l'Occidente difende chi ha recato l'offesa". Qashqavi, che è vice ministro per gli affari legali e consolari, ha parlato ad una conferenza di studenti all'universitù Ferdowsi di Mashhad, accusando l'Occidente di una politica di due pesi e due misure sul tema dei diritti umani e lamentando che non ci sia in Europa una analoga mobilitazione in favore delle donne condannate a morte negli Stati Uniti.

Il vice ministro iraniano ha confermato che "Sakineh Mohammadi Ashtiani è colpevole di adulterio e omicidio del marito e la famiglia dell'offeso ha richiesto la sua punizione". In base alla legge islamica, quando una persona è condannata per omicidio, soltanto il perdono dei familiari dell'ucciso può salvarle la vita. Anche il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad aveva criticato lo scorso settembre l'Occidente per non avere mostrato lo stesso livello di mobilitazione per salvare la vita di Teresa Lewis, una donna con lievi disabilità mentali giustiziata il 23 settembre negli Usa perché ritenuta colpevole di essere stata la mandante dell'uccisione del marito e del figliastro. "Se è sbagliato - aveva affermato Ahmadinejad - dovrebbe essere sbagliato ovunque".

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