Macabro ritrovamento a Zurigo. Centinaia di urne cinerarie senza nome sono state rinvenute sul fondale del lago. Sul caso è stata aperta un'indagine. Il sospetto degli inquirenti è che i resti appartengano ai malati terminali che vengono a morire in Svizzera con l'assistenza della Dignitas, la clinica dei suicidi assistiti. Per far luce sulla vicenda, la polizia ha portato in superficie 13 urne. Per ora si indaga contro ignoti.
Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, i resti in fondo al lago sono stati scoperti per caso da un uomo che si è tuffato per recuperare il parasole di una barca. Le urne, arancioni, fluttuavano insieme alla corrente, come anime inquiete. Il reato ipotizzato è "turbamento della pace dei defunti" ed è punibile con il carcere fino a tre anni.
Ma a chi appartengono quelle urne? Tutti gli indizi sembrano puntare alla Dignitas, la clinica specializzata nell'eutanasia fondata dall'avvocato Ludwig Minelli. Alla struttura, sita a una decina di chilometri da Zurigo, si rivolgono soprattutto malati terminali che vogliono smettere di soffrire. Gli aspiranti suicidi spesso arrivano da soli, per evitare il coinvolgimento dei parenti o perché non hanno più nessuno con cui dividere il dolore e disperazione.
Per la "dolce morte" viene somministrata una pozione di pentobarbital sodico diluito con acqua, poi la Dignitas si dovrebbe occupare del resto. Lo staff della clinica spesso si ritrova però con una salma e nessun parente o amico che si occupi dei desiderata del suicida, della cremazione, della consegna degli oggetti personali, della spedizione o della dispersione delle ceneri. Tutto dovrebbe andare secondo i "patti" siglati tra il defunto e l'organizzazione di Minelli, ma dopo il ritrovamento delle urne in fondo al lago, la polizia cantonale nutre qualche dubbio.
Il sospetto della polizia è che i resti finiscano nella "fossa comune" nelle acque del lago di Zurigo. Dal suo canto Minelli respinge qualsiasi accusa. "E' scandaloso anche solo pensarlo, sono le solite fandonie montate contro di me", ha detto l'avvocato fondatore della clinica all'amico Emilio Coveri, presidente dell'associazione Ecit, referente di Dignitas in Italia. "Se ha buttato quelle benedette ceneri nel lago è perché poteva farlo - spiega Coveri -. Vuol dire che ha i documenti e i permessi in regola per buttarle".
Di diverso avviso una ex dipendente dell'organizzazione, Soraya Wrnli. "L'hanno sempre fatto - spiega -. All'inizio era lui di persona che buttava giù le urne, poi ha chiesto alla figlia e a gente del suo staff. Almeno un'urna su tre finisce in fondo al lago. Ce ne sono più o meno trecento".
Finora la Dignitas ha aiutato a morire 1.092 malati terminali. La maggior parte arrivava dai Paesi dove è vietata l'assistenza al suicidio. La maggior parte dei pazienti arriva dalla Germania. Gli italiani che si sono rivolti alla Dignitas sono ivnece soltanto sei.