"Mi sento discriminata". Sono queste le parole di Najwa Malha, 16 anni, la ragazza spagnola di origini marocchine alla quale la direzione di una scuola a Madrid ha impedito la settimana scorsa di entrare in classe poiché velata. La giovane avrebbe violato il regolamento interno, adottando un "atteggiamento contrario alle norme della convivenza in classe", si difendono dall'istituto. .
Non è la prima volta che il velo islamico suscita polemiche in Spagna. Nel 2002 e nel 2007 si erano già verificati casi analoghi ed altri episodi simili sono accaduti a Ceuta e Melilla, le enclavi spagnole in territorio marocchino. A Najwa la direzione della scuola ha vietato di assistere alle lezioni, permettendole tuttavia di trascorrere la giornata nella sala adibita alle visite. "Alcuni compagni e professori vengono a farmi visita e mi portano gli appunti delle lezioni tenute in classe e i compiti da fare - ha detto la ragazza al quotidiano El Pais - , assicurando di "non avere intenzione di perdere il corso".
Segnali di solidarietà alla giovane Najwa non sono mancati, in particolare da parte dei compagni, alcuni dei quali si sono presentati in classe con il capo coperto. Tre di loro sono stati espulsi per questo motivo. Najwa, figlia di marocchini emigrati in Spagna nel 1986, ha deciso due mesi fa di indossare il velo nonostante il parere contrario del padre, un musulmano praticante che dirige il Centro culturale islamico di Pozuelo. Il direttore della scuola ha fatto sapere che "martedì si riunirà il consiglio d'istituto per studiare una modifica al regolamento", precisando che "la norma è stata pensata per gli alunni che vogliono indossare berretti o copricapo in classe", ma non espressamente per il hijab.