La Cina ha messo a morte tre cittadini giapponesi condannati per traffico di droga. Un altro giapponese accusato dello stesso reato era stato giustiziato il 6 aprile. Le esecuzioni hanno provocato reazioni critiche in Giappone, dove il premier Hatoyama si era dichiarato "rammaricato e sorpreso" per la severità delle sentenze pur riconoscendo la "gravità del crimine per il quale erano stati condannati i suoi connazionali.
L'esecuzione del 6 aprile è stata la prima di un cittadino giapponese in Cina dal 1972, quando furono normalizzati i rapporti tra i due Paesi. La Cina, dove complessivamente 68 reati sono punibili con la pena di morte, è particolarmente inflessibile per quanto riguarda il traffico di droga: il solo possesso di almeno 50 grammi comporta infatti una condanna alla pena capitale.
Secondo l'organizzazione di difesa dei diritti umani Amnesty International, la Cina è il Paese che detiene il record mondiale di esecuzioni giudiziarie: giustizierebbe ogni anno più persone di tutti gli altri Paesi che applicano la pena di morte messi insieme.