Liberazione ora è più vicina
Più vicina la svolta nel sequestro degli operatori umanitari della Croce Rossa, tra cui l'italiano Eugenio Vagni, da settimane nelle mani del gruppo radicale islamico Abu Sayyaf. Il governo di Manila ha annunciato che l'esercito filippino si ritirerà dalla parte meridionale dell'isola di Jolo per allentare la pressione sui terroristi che, dal 15 gennaio, hanno in mano Vagni e i suoi due colleghi.
Secondo il ministro dell'Interno, Ronaldo Puno, il ritiro dovrebbe essere completato nel giro di 36 ore e consentire l'apertura di un corridoio umanitario dove gli estremisti islamici di Abu Sayyaf possano liberare uno dei tre volontari della Croce Rossa (oltre a Vagni, lo svizzero Andreas Notter e la filippina Mary Jean Lacaba). "Penso che stiamo facendo più che una marcia indietro per evitare che i rapitori si sentano minacciati", ha detto il ministro, parlando dalla citta' di Zamboanga, capoluogo dell'isola meridionale di Basilan.
Il ritiro comincerà in giornata e coinvolgerà, ha spiegato Puno, tra i 600 e gli 800 uomini (agenti, militari emiliziani filo-governativi) che avevano sigillato l'area dellagiungla dove si ritiene che siano nascosti i tre operatori. "Adesso chiediamo loro di rispettare le promesse in segno di fiducia", ha aggiunto Puno. Il leader del gruppo estremista, Albader Parad, aveva infatti nei giorni scorsi minacciato di decapitare uno degli ostaggi se il governo di Manila non avesse allentato la pressione; e promesso di liberarne uno se fosse stata esaudita la loro richiesta.
La possibile svolta arriva all'indomani del ritrovamento di un nuovo video che mostra gli ostaggi: i tre sono seduti in terra, in mezzo alla giungla, circondati dai rapitori che sollevando minacciosamente le armi inneggiano "Allah hu Akbar" (Dio è grande). Nel video Notter legge in inglese l'appello all'esercito affinché non operi alcun blitz e si ritiri dall'isola di Jolo per scongiurare che i sequestratori decapitino uno di loro.