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Papa:"Islam vero rifiuta violenza"

Camerun,incontro con membri musulmani

19 Mar 2009 - 08:54

Papa Benedetto XVI ha incontrato i rappresentanti dei musulmani del Camerun ed ha ricordato loro che una religione genuina "rifiuta tutte le forme di violenza e di totalitarismo, non solo per principi di fede, ma anche in base alla retta ragione". Il colloquio si è svolto a porte chiuse. Nel paese africano, l'Islam rappresenta circa il 22% della popolazione e intrattiene buoni rapporti con le altre religioni, a partire dai cattolici (il 27%).

Benedetto XVI ha lodato questo esempio di convivenza. In Camerun, ha detto, cristiani e musulmani "offrono testimonianza dei valori fondamentali della famiglia, della responsabilità sociale, dell'obbedienza alla legge di Dio, e dell'amore verso i malati e i sofferenti". Il Papa ha ripreso però anche il discorso sulla ragionevolezza delle religioni, un tema che aveva affrontato nel suo controverso discorso a Ratisbona.

"Ragione e religione"
"Oggi - ha detto ai musulmani - un compito particolarmente urgente della religione è di rendere manifesto il vasto potenziale della ragione umana, che è essa stessa un dono di Dio ed è elevata mediante la rivelazione e la fede". In una critica implicita al fondamentalismo che caratterizza l'Islam in altre zone dell'Africa, Benedetto XVI ha rimarcato: "In realtà religione e ragione si sostengono a vicenda, dal momento che la religione è purificata e strutturata dalla ragione e il pieno potenziale della ragione viene liberato mediante la rivelazione e la fede". "In questo modo - ha concluso - una religione genuina allarga l'orizzonte della comprensione umana e sta alla base di ogni autentica cultura umana. Essa rifiuta tutte le forme di violenza e di totalitarismo".

"Africa in pericolo"
Benedetto XVI non ha parlato soltanto di religione e ragione ma ha anche lanciato un vero e proprio grido d'allarme per il Continente nero. L'occasione è stata la messa davanti a circa 40mila persone stipate nello stadio di Yaoundè. L'Africa è "in pericolo" di fronte a nuovi seduttori immorali che "cercano di imporre il regno del denaro disprezzando i più indigenti", e costringendoli persino all'esodo, ha detto il Papa.

Anatema sulle multinazionali
Parole dure anche contro le multinazionali. Quest'ultime - si afferma nell'Instrumentum laboris, il documento preparatorio per il Sinodo speciale africano d'autunno che Benedetto XVI ha consegnato alla Chiesa locale - continuano "ad invadere il continente per appropriarsi delle risorse naturali. Schiacciano le compagnie locali con la complicità dei dirigenti africani". Inoltre "recano danno all'ambiente e deturpano il creato".

"Continente della speranza"
"L'Africa è chiamata alla speranza attraverso voi e in voi! Col Cristo Gesù, che ha calpestato il suolo africano, l'Africa può diventare il continente della speranza". "Noi tutti - ha aggiunto il Papa - siamo membri dei popoli che Dio ha dato come discendenza ad Abramo. Ciascuno e ciascuna di noi è pensato, voluto e amato da Dio. Ciascuno e ciascuna di noi ha il suo ruolo da giocare nel piano di Dio, padre, figlio e spirito santo".

"Accogliere la vita"
"La prima priorità consisterà nel ridare senso all'accoglienza della vita come dono di Dio". E' questo uno dei messaggi chiave dell'omelia. "Per la Sacra Scrittura - ha aggiunto Benedetto XVI - come per la migliore saggezza del vostro continente, l'arrivo di un bambino è una grazia, una benedizione di Dio. L'umanita' è oggi invitata a modificare il suo sguardo: in effetti, ogni essere umano, anche il più piccolo e povero, è creato ad immagine e somiglianza di Dio. Egli deve vivere! La morte non deve prevalere sulla vita! La morte non avrà mai l'ultima parola".

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