Presidente rieletto indefinitamente
Data storica per il Venezuela. Con il 54,36% delle preferenze, è stato infatti approvato il referendum costituzionale sulla rielezione indefinita della presidenza e di altre cariche pubbliche. Contro la proposta avanzata dal presidente Hugo Chavez si è invece espresso il 45,63% dei votanti. "E' stata una grande vittoria, una chiara vittoria del popolo", ha detto Chavez dopo aver appreso il risultato del referendum.
Esplosioni di petardi hanno salutato la notizia, mentre i sostenitori di Hugo Chavez hanno riempito le strade di Caracas per festeggiare la vittoria. Il presidente Chavez è apparso al balcone del palazzo presidenziale per cantare l'inno nazionale, con migliaia di sostenitori riuniti sotto le sue finestre. Chavez ha già preaannunciato che si ripresenterà alle elezioni presidenziali del 2012, "a meno che Dio non disponga un'altra cosa".
"Voi avete scritto il mio destino", ha aggiunto, dinanzi alle migliaia di venezuelani che si erano raccolti festanti attorno al palazzo presidenziali, promettendo che "a partire da questo istante" si "consacrerà totalmente al pieno servizio del popolo venezuelano". Gli elettori favorevoli al sì hanno votato ricordano che Chavez ha nutrito i poveri mantenendo bassi i prezzi degli alimentari, ha permesso la loro istruzione e ha dato loro accesso alle cure mediche.
Gli oppositori sostengono che Chavez ha già troppo potere, influenzando i tribunali, il parlamento e il consiglio elettorale. Abolendo il limite di dodici anni di mandato istituito nel 1999, Chavez diventa incontrollabile. "Se vince, più niente lo tratterrà e farà del Venezuela un'altra Cuba, perché è ciò che vuole", hanno ripetuti i sostenitori del no. Chavez è arrivato al potere nel 1999 e ha ottenuto nello stesso anno una nuova costituzione che gli permette di governare per due mandati di sei anni.
Con il referendum ha modificato la legge, dopo una sconfitta su una proposta analoga nel dicembre 2007. Il presidente ha già avvertito i suoi avversari che "ogni tentativo di prendere la strada della violenza rifiutando di riconoscere i risultati del voto popolare sarebbe neutralizzato".