Prima conferenza stampa in Casa Bianca
Ha parlato anche di politica estera il Barack Obama nella sua prima conferenza stampa alla Casa Bianca. Sull'Iran ha detto che "nei prossimi mesi" gli Usa "aspetteranno aperture". In Afghanistan il presidente americano vede la necessità di un miglior coordinamento tra gli Usa ed i paesi alleati. Sul nucleare Obama ha sottolineato che Usa e Russia devono essere i primi a dare il buon esempio in tema di riduzione degli armamenti.
"Bisogna far ripartire i rapporti diplomatici e i colloqui con Mosca", ha detto Obama, auspicando che nei prossimi mesi si possano creare le giuste condizioni per un dialogo costruttivo anche con l'Iran.
Per la prima volta in "prime time" il capo della Casa Bianca non si è accontentato di un appello alla nazione - un formato varie volte utilizzato dal suo predecessore George W. Bush - ma ha voluto anche rispondere alle domande dei giornalisti, che lo hanno pungolato sulla crisi economica, cosa del resto più che prevedibile, ma anche sui rapporti diplomatici con l'Iran, sull'eventuale ritiro dall'Afghanistan (su cui Obama non si è sbilanciato, limitandosi a dire che è necessario agire "in modo intelligente ed efficace"), sulla tortura (punto su cui ha ribadito un deciso "no" e la volontà di "attenersi ai trattati internazionali" pur non limitando gli sforzi nella lotta al terrorismo"), sulla proliferazione nucleare.
Se la parte introduttiva dell'intervento è stata dedicata all'economia, sono state le domande dei giornalisti a portare il presidente su terreni diversi, in particolare collegati alla politica estera. Per quanto riguarda i rapporti con l'Iran, Obama ha ribadito la volontà di "usare tutti gli strumenti a disposizione", compresa la diplomazia, anche in forma diretta. "Mi aspetto che nei prossimi mesi ci sia un'apertura, in modo da portare le strategie nella giusta direzione. E' tempo che l'Iran invii segnali costruttivi", ha detto. Parlando invece del Pakistan, il presidente ha sottolineato che non ci sono dubbi che nel Paese ci siano aree lungo i confini "dove i terroristi possono agire indisturbati" e questo "non è accettabile", anche perché la questione rappresenta "un pericolo per il Pakistan stesso, almeno tanto quanto lo è per gli Stati Uniti".
Il presidente Usa ha chiarito che non lascerà che Al Qaeda o il suo leader Osama Bin Laden "agiscano impunemente". Obama ha inoltre sottolineato che mentre il sistema politico sta funzionando in Iraq, "non altrettanto si può dire dell'Afghanistan", motivo per cui ha ammesso che "sarà difficile" risolvere la situazione, ancora più difficile di quanto non sia in Iraq. Gli Stati Uniti agiranno "in modo intelligente ed efficace", ha detto, evitando però di specificare scadenze per un eventuale ritiro o, più in generale, sulla revisione della strategia per l'Afghanistan.
Ahmadinejad: "Dialogo con Usa con rispetto reciproco"
L'Iran è "pronto ad avere un dialogo" con gli Usa, a condizione che esso si svolga "in un'atmosfera giusta e nel rispetto reciproco". Lo ha detto il presidente della Repubblica islamica, Mahmud Ahmadinejad. Tuttavia ha aggiunto che il cambiamento proposto dalla nuova amministrazione Usa "deve essere fondamentale, e non tattico". I colloqui, ha sottolineato il presidente iraniano, dovranno "andare alla radice dell'insicurezza" nella regione. E tra le cause Ahmadinejad ha indicato le politiche dell'ex presidente americano George W. Bush, che a suo parere "deve essere sottoposto ad un processo" come responsabile di "oltre un milione di morti in Iraq dopo l'invasione". Ad un processo, ha aggiunto Ahmadinejad, dovranno essere sottoposti anche "i leader del regime sionista", cioè Israele.