Presidente Usa studia la possibilità
L'amministrazione Bush sta studiando la possibilità di aprire un avamposto diplomatico in Iran, compiendo uno spettacolare ritorno degli Stati Uniti nella repubblica islamica trenta anni dopo l'assalto degli studenti religiosi, i pasdaran, contro l'ambasciata americana a Teheran e la rottura delle relazioni diplomatiche che ne è seguita. La struttura potrebbe rilasciare i visti e servirebbe da centro di diffusione della cultura americana.
Una provocatoria ed astuta mossa dell'amministrazione Bush che, prima del suo commiato, vuol assestare un duro colpo politico e diplomatico al nemico di Teheran. Tutto questo mentre giungono immediate le reazioni del regime iraniano alle nuove sanzioni varate dall'Unione europea a carico della Repubblica Islamica, ritorsione contro il persistente rifiuto di porre fine al suo controverso programma nucleare.
Le misure punitive sono state bollate come "illegittime" e "contraddittorie" dal ministero degli Esteri di Teheran, che ha accusato i Ventisette di seguire una linea "a due facce", imponendo le sanzioni a pochi giorni dalla presentazione all'Iran di un nuovo pacchetto di proposte, soprattutto incentivi alternativi all'arricchimento dell'uranio per la produzione di energia atomica.
Javier Solana, alto rappresentante per la politica estera e di difesa comune dell'Ue, aveva sottoposto il 14 giugno ad Ahmadinejad un'offerta di collaborazione ad ampio raggio, in cambio della sospensione delle attività in campo nucleare; Solana si era mosso per conto del cosiddetto '5+1', vale a dire i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite più la Germania.