Dopo anni riconosciuti stessi diritti
Vittoria della comunità cinese in Sudafrica. Dopo anni di battaglie le autorità hanno riconosciuto alla minoranza asiatica lo stesso status della maggioranza nera. Per la legge i cinesi sono diventati neri e come i neri avranno diritto alle agevolazioni economiche e sociali destinati agli africani dopo la fine dell'apartheid. Negli anni della segregazione invece i cinesi non erano considerati abbaastanza bianchi e quindi venivano discriminati.
Dopo la vittoria di Nelson Mandela alle elezioni e la presa del potere del suo African National Congress nel 1994, i cinesi sono rimasti ancora una volta al palo. Da troppo gialli per i bianchi a troppo gialli per i neri. I circa 10mila discendenti di quei poveracci che a fine ottocento dalla Cina finirono nelle miniere d'oro di Johannesburg, hanno subito così una duplice discriminazione. Ed hanno assistito alla scalata sociale delle altre etnie presenti in Sudafrica. Come quella degli indiani, già da tempo annessi allo speciale status di neri. O quella di giapponesi e taiwanesi che, chissà per quale ragione, erano accettati come bianchi all'epoca in cui i bianchi in Sudafrica gestivano tutto il potere.
Ora i cinesi finalmente giungono ad ottenere la tanto agognata "Affirmative action", ovvero la discriminazione positiva: un pacchetto di corsie preferenziali studiate per la maggioranza nera per colmare l'enorme divario socio-economico creatosi negli anni con la minoranza bianca. Via allora con quote riservate di assunzioni, aquisto di azioni agevolate per i dipendenti, promozioni non sempre meritate, contratti e commesse facilitati per i lavoratori autonomi. Non importa se da gialli si diventa neri, i cinesi del Sudafrica incassano e sorridono. Qualcuno esulta: farà più affari e meglio.