Lo ha deciso il Consiglio Europeo
Momento di riflessione sul destino dell'Europa al vertice di Bruxelles dove si cerca una soluzione della crisi istituzionale dopo il 'no' irlandese alla ratifica del Trattato di Lisbona. Il Consiglio Europeo ha dunque deciso di tornare sulla questione il 15 ottobre, al prossimo summit che si terrà sotto presidenza francese, per esaminare le vie da seguire. E' quanto si afferma nella bozza di conclusioni del vertice proposta dalla Slovenia.
Il vertice europeo - a causa della posizione assunta dalla repubblica Ceca che sospende ogni giudizio di merito in attesa che la Corte costituzionale si pronunci sulla compatibilità del Trattato - non è infatti riuscito finora a trovare fino a tarda notte un accordo. Bocche ancora cucite, dunque, sulla dichiarazione con la quale tutti i Paesi che ancora non hanno approvato il trattato di Lisbona, fatta eccezione per l'Irlanda, dovrebbero confermare il loro impegno a farlo.
La prima giornata del summit Ue si è quindi chiusa con un nulla di fatto su questo fronte e, come ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy, si spera che nelle prossime ore si possa essere trovata una soluzione destinata a superare la situazione di stallo. Il premier ceco - ha detto Sarkozy - ci ha fatto presente lo scetticismo esistente nel suo Paese. Gli risponde il premier ceco Topolanek: ''Noi comunque non metteremo freni alla ratifica da parte degli altri Paesi''.
Comunque, in attesa di trovare un'intesa sulla parte delle conclusioni del vertice dedicata al Trattato di Lisbona, i 27 hanno dato mandato alla Commissione europea di approfondire l'analisi degli interventi con i quali fare fronte all'emergenza determinata dall'impennata dei prezzi dei carburanti, delle materie prime e dei prodotti alimentari. Il risultato del lavoro della Commissione sarà esaminato dal vertice Ue in programma per il prossimo ottobre che si svolgerà sotto la presidenza francese.
Il Consiglio Europeo, inoltre, conferma la sua volontà di ''occuparsi dei cittadini'' e di raggiungere ''risultati concreti'' nelle politiche che ''preoccupano i cittadini''. Il Consiglio Europeo prende atto che già si sono avute 19 ratifiche da parte dei paesi membri del Trattato di Lisbona e che le ratifiche ''proseguono in altri paesi''.
Per quanto riguarda l'Italia, il premier Berlusconi non mostra esitazioni. "Noi abbiamo indicato la volontà dell'Italia di ratificare il trattato di Lisbona prima della pausa estiva", ha assicurato il presidente del Consiglio nel corso della sua conferenza stampa a Bruxelles sul vertice europeo.
CUBA
I 27 dell'Unione Europea hanno deciso di ''revocare le sanzioni diplomatiche contro Cuba, imposte nel 2003 e sospese temporaneamente nel 2005''. Così come espresso dalle parole del ministro degli Esteri spagnolo Miguel Angel Moratinos: ''I ministri degli esteri dei 27 hanno deciso di togliere le sanzioni imposte nel 2003 e di avviare una nuova fase nelle relazioni con Cuba, senza queste sanzioni che non sono servite a molto, se non a nulla''. La decisione ha suscitato non poco malumore tra i dissidenti cubani e tra gli americani che avevano già fatto sapere di non gradire affatto. Reticenti anche Germania, Repubblica ceca e Svezia, che hanno chiesto e ottenuto di sottoporre il dialogo con Cuba ''ad una valutazione annuale''.
SLOVACCHIA
Un altro via libera è stato poi dato all'ingresso, a partire dal 2009, della Slovacchia nell'Eurozona, una decisione che farà salire a 16 i Paesi membri del club dell'euro. A questo proposito, senza l'entrata in vigore del trattato di Lisbona non ci potrà essere un ulteriore allargamento dell'Europa attraverso l'ingresso nell'Ue di nuovi paesi. Lo ribadisce Nicolas Sarkozy nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles. Sarkozy ha anche annunciato che il mese prossimo - quando sarà presidente di turno dell'Ue - si recherà in Irlanda per verificare le possibili soluzioni per uscire dalla crisi istituzionale provocata dal no degli irlandesi al referendum. Il punto della situazione - ha sottolineato - sarà fatto in occasione del vertice europeo fissato per il prossimo ottobre.
REPUBBLICA CECA
I Balcani non devono diventare la "vittima" della crisi del Trattato di Lisbona. E' quanto afferma il ministro degli Esteri della Repubblica ceca, Karel Schwarzenberg, rispondendo a una domanda sul presidente francese Nicolas Sarkozy, secondo cui dopo il 'no' irlandese "il processo di allargamento si trova bloccato, de jure o de facto". I Paesi dei Balcani occidentali "non dovrebbero diventare vittima delle difficoltà interne dell'Unione europea con uno dei suoi Paesi", ha affermato il ministro ceco. "La Repubblica ceca considera che sia necessario continuare i negoziati con tutti i Paesi balcanici e concludere i colloqui con la Croazia", ha aggiunto Schwarzenberg. Secondo gli analisti, le affermazioni di Sarkozy sono mirate a mettere sotto pressione il presidente ceco Vaclav Klaus, euroscettico 'nemico' del Trattato di Lisbona e allo stesso tempo fautore dell'allargamento Ue. Mettendolo in pratica di fronte ad un aut-aut: o si riformano le istituzioni Ue, oppure non si possono più ammettere nuovi Paesi nell'Unione europea.
GRAN BRETAGNA
Un giudice dell'Alta corte di Londra ha chiesto al governo britannico di sospendere la ratifica del Trattato di Lisbona, in attesa di decidere sul ricorso presentato da un imprenditore. Il premier britannico Gordon Brown ha accolto la richiesta e ha chiarito da Bruxelles che il processo di ratifica non puo'procedere almeno per il momento.
FINI
Il distacco tra l'opinione pubblica europea e le Istituzioni di Bruxelles ''è colpa delle élites politiche, che non sono state capaci di spiegare l'Europa e il suo spirito vero alla gente''. E' l'analisi che Gianfranco Fini traccia a Lisbona intervenendo alla Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislativa degli Stati membri dell'Unione europea. Il presidente della Camera ribadisce che ''i popoli hanno bisogno di ideali che l'Europa unita deve essere in grado di offrire. Il paradosso - spiega Fini - è che se non entra in vigore il Trattato di Lisbona le cose peggioreranno perchè senza nuove regole l'Europa a 27 è assolutamente ingovernabile. Il Parlamento italiano ratificherà presto il Trattato, spero decisamente entro l'estate, ma l'Unione europea deve cambiare passo: deve fornire risposte a problemi quali quello dei grandi flussi migratori, dell'emergenza energetica, dei costi sociali, della globalizzazione economica e della sicurezza internazionale. In una sola parola - dice ai suoi colleghi presidenti di assemblee parlamentari europee - l'Unione deve mostrare una forza politica che oggi non ha''. E allora bisogna ''attendere le proposte dell'Irlanda". Una cosa per Fini è chiara: ''Sul Trattato non si deve riaprire il negoziato''.