Sabato sarà ufficializzato il ritiro
L'ex first lady Hillary Clinton ha deciso di concludere la campagna elettorale per le primarie democratiche, e ha comunicato la propria intenzione di esprimere il proprio sostegno a Obama nella corsa alla Casa Bianca. La decisione sarà ufficializzata sabato a Washington nel corso di un evento pubblico, al quale è prevista la partecipazione di un gran numero di sostenitori della senatrice.
Il discorso più difficile Hillary Clinton lo pronuncerà dunque sabato prossimo. Un evento organizzato a Washington che sarà l'occasione per l'ex First Lady di chiudere la campagna per le presidenziali 2008 e dare il proprio sostegno al candidato che ha ottenuto la maggioranza dei delegati: Barack Obama. Per tutta la giornata di mercoledì si era atteso l'addio della senatrice di New York, ma chi era rimasto sintonizzato sull'intervento della Clinton all'Ipac - l'associazione di amicizia israelo-statunitense - è rimasto deluso.
L'appuntamento, però, era soltanto rinviato: in serata fonti della sua campagna hanno fatto sapere che sabato getterà la spugna e ringrazierà quanti l'hanno sostenuta e le hanno permesso di ottenere la maggioranza nel voto popolare. "La senatrice ospiterà un evento a Washington per ringraziare i suoi sostenitori, esprimere il proprio appoggio e l'unità del partito" si legge in una nota del suo staff. Laconica la risposta del senatore dell'Illinois alla donna che non gli ha dato tregua fino all'ultimo. "Volete sapere la verità?" ha detto ai giornalisti, "non ho neppure avuto il tempo di pensarci. Il prossimo fine settimana andrò a casa, parlerò con mia moglie Michele e andremo a cena fuori, io e lei da soli".
In un primo tempo si era ipotizzato che, dopo le pressioni del partito democratico, la Clinton annunciasse già venerdì il proprio ritiro, ma la senatrice di New York ha deciso di aspettare sabato per permettere al maggior numero possibile di sostenitori di raggiungerla a Washington. Secondo l'emittente Abc, l'ex First Lady ha già visitato il quartier generale di Arlington, in Virginia per annunciare al suo staff che da venerdì sera possono tutti considerarsi liberi. Parole accolte con le lacrime da quanti per sedici mesi sono stati al suo fianco in una sfida senza esclusione di colpi.