Meshaal:"Faremo a meno degli aiuti Usa"
Hamas è pronto radunare le fazioni armate che appoggiano il movimento per formare un esercito e difendere il popolo palestinese. Lo ha detto il leader supremo del movimento integralista islamicoKhaled Meshaal. Quanto alle minacce del governo statunitense di tagliare gli aiuti all'Anp il capo del Politburo di Hamas ha ricordato che "il popolo palestinese ha vissuto anni senza gli aiuti degli Usa".
Nell'incontro con la stampa, Meshaal è stato molto più eloquente nel tacere che nel rispondere alle domande. Significativa anche la scelta di Damasco per la sua prima apparizione pubblica dopo la vittoria elettorale, perché la Siria, nel mondo arabo, è il Paese con la posizione più dura nei confronti di Israele, il meno disponibile a fare concessioni .Dopo aver parlato della volontà di voler formatre un esercito, Meshaal ha aggiunto: "Non riconosceremo l'occupazione israeliana, ma siamo realistici e sappiamo che le cose avvengono gradualmente". Il leader di Hamas ha anche ripetuto che il suo gruppo desidera formare un governo che comprenda tutte le altre fazioni palestinesi, compresa Fatah: "Penso -ha osservato- che giovi a ciascuno cavalcare il treno di Hamas, perche' questo e' un treno che arrivera' a destinazione. Noi stendiamo le mani verso tutti e diciamo che abbiamo bisogno gli uni degli altri".
Poi il leader di Hamas ha detto: "Finché rimarremo sotto occupazione, la resistenza (non dico, la 'violenza') e' un nostro diritto: la resistenza e' un diritto legittimo che pensiamo di praticare e proteggere. Abbiamo trionfato nella resistenza, ora trionferemo nelle riforme (politiche)", ha detto. "E se qualcuno menziona il tema dell'attacco ai civili, abbiamo detto e ripetiamo che quando il nostro nemico smetterà di attaccare i civili, noi faremo altrettanto". Meshaal ha ricordato che si attende che Israele "cessi le aggressioni, restituisca la terra palestinese e liberi i prigionieri nelle carceri"; e si è mostrato disponibile ad aprire canali di dialogo con l'Europa, riconoscendo la necessità di fare altrettanto con gli Stati Uniti: "Siamo desiderosi di avviare un dialogo con gli Stati Uniti e l'Europa, ma devono rispettare la nostra volontà e le nostre posizioni, senza tentare di imporci condizioni". Il leader di Hamas ha comunque anche lanciato un appello ai Venticinque, ai quali ha chiesto "di non allinearsi con la posizione di Stati Uniti e Israele, se l'Europa vuole svolgere un ruolo importante (in Palestina)"
Meshaal ha aggiunto: "Il popolo palestinese non deve essere punito per le sue scelte e noi abbiamo avviato contatti con tutti i partiti palestinesi per la formazione di un gabinetto". "Le aggressioni devono finire, i territori devono essere liberati ed i prigionieri palestinesi che sono nelle prigioni di Israele devono essere rimandati a casa", ha affermato.
Intanto, Israele ha fatto sapere che per tutta la settimana non consentirà il libero transito dei leader di Hamas tra la Striscia di Gaza e la Cisgiordania. "Non c'è alcun motivo di garantire il libero transito dei leader palestinesi che appartengono a un'organizzazione che vuole la distruzione di Israele", ha segnalato Amos Gilad, consigliere del ministro della Difesa Shaul Mofaz. In particolare il problema riguarda il transito dei leader di Hamas che risiedono a Gaza, diretti verso Ramallah, in Cisgiordania, quartier generale del Parlamento palestinese. Gilad ha inoltre aggiunto che se il leader supremo del gruppo radicale, Khaled Meshaal, da anni di esilio in Siria, proverà a entrare nella Striscia di Gaza -passando dall'Egitto attraverso il valico di Rafah, controllato dall'Anp con la supervisione dell'Ue e di Israele- "sarà arrestato immediatamente".
Meshaal è uno degli estremisti più ricercati dai servizi segreti israeliani: nel 1997, gli uomini del Mossad tentarono di assassinarlo ad Amman, in Giordania. Il tentativo di iniettargli veleno nelle orecchie non riuscì e gli agenti catturati vennero liberati in cambio dell'antidoto che gli israeliani furono costretti a fornire.