Niente cerimonia per evitare attentati
Il passaggio dei poteri tra le forze di occupazione e il nuovo governo iracheno è stato anticipato di due giorni. La bandiera irachena dall'alba di questo 28 giugno è stata issata per la prima volta sul palazzo che ha ospitato la sede della coalizione provvisoria guidata dagli Usa. L'intenzione irachena e americana era di dare al passaggio un basso profilo, senza particolari cerimonie e senza esporlo al rischio di attacchi terroristici.
La cerimonia del passaggio dei poteri è avvenuta alle 10:30 ora locale (le 8:30 in Italia); si è svolta in sordina, spiazzando tutte le attese e le previsioni. Vi è stato uno scambio di documenti tra il primo ministro iracheno Allawi e il capo dell'amministrazione provvisoria di occupazione, l'americano Paul Bremer, che è poi subito ripartito alla volta di Washington. "Oggi abbiamo riconquistato la nostra sovranita"', ha commentato Allawi.
Del passaggio dei poteri si è discusso anche a Istanbul. Il ministro degli Esteri iracheno, Hoshiyar Zebari, ha parlato con il premier britannico Tony Blair prima dell'inizio del vertice Nato. L'indicazione di Zebari, che è a Istanbul con il collega della difesa, appare in linea con l' intenzione, sia irachena che americana, di dare al passaggio di poteri un basso profilo, senza particolari cerimonie e senza esporlo al rischio di attacchi terroristici. Zebari ha poi concluso dicendo: "Ci opporremo in Iraq agli elementi anti-democratici anticipando la transizione, come segno che siamo pronti a ciò".
E' un momento delicato per il Paese visto che secondo alcuni funzionari americani subito dopo il passaggio dei poteri ci sarà un'escalation degli attacchi terroristici da parte dei rivoltosi. Nonostante questo non esistono però i presupposti per dichiarare la legge marziale, secondo il consigliere di Stato Usa, Condoleezza Rice che, in accordo con quanto detto da Colin Powell, esprime la sua contrarietà con quanto manifestato in settimana da Allawi e altri membri del suo governo, su una possibile applicazione delle leggi di emergenza in alcune zone del paese. "Io non ritengo che nessuno possa parlare per l'Iraq di una situazione di crisi su vasca scala" ha concluso la Rice.