"I rapitori lo ritennero legato a Usa"
Fabrizio Quattrocchi è stato ucciso, probabilmente, perché era in possesso del tesserino rilasciato dalla Cpa, l'autorità provvisoria della coalizione. Lo ha detto il capo dell'unità di crisi della Farnesina, Alessandro Cevese, aggiungendo che "questo lo ha forse identificato come qualcuno più vicino agli Usa rispetto agli altri". Lo stesso Cevese ha aggiunto che i tre ostaggi parlavano con i sequestratori in inglese o a gesti, mai in italiano.
"Segregati per tre giorni in un piccolo bagno"
I tre ostaggi italiani "non sono stati trattati particolarmente bene. Hanno dormito per terra e in due occasioni sono stati rinchiusi tutti in un bagno di due metri per due per circa tre giorni. Certo, noi li abbiamo visti che mangiavano...", ha detto Cevese, riferendosi ai due video trasmessi dalle televisioni che ritraevano gli ex ostaggi mentre consumavano un pasto e sembravano molto tranquilli.
"La fede non me la tolgo, allora sparatemi"
Un altro episodio raccontato da Cevese, che ha avuto modo di parlare con i tre ex ostaggi durante il volo che li ha riportati in Italia da Kuwait City, riguarda Salvatore Stefio, a cui i rapitori hanno imposto di togliere la fede. Richiesta alla quale Stefio ha risposto con un secco "no, non me la tolgo, sparatemi". Il sequestratore, sempre secondo il racconto del funzionario della Farnesina, ha replicato: "Allora ti porto fuori", e Stefio ha aggiunto "No, non mi sparerai fuori, sparami davanti agli altri ragazzi". A quel punto, ha detto ancora Cevese, i carcerieri hanno strappato con la forza la fede dalla mano dell'ostaggio. "I rapitori - ha aggiunto - hanno capito che avevano a che fare con persone molto risolute".