Ministro Pisanu: dovevamo agire
Il tempo era scaduto, stavano per ucciderli. Non si poteva più aspettare. E' quanto ha affermato il ministro dell'Interno Beppe Pisanu, commentando il blitz dei militari della coalizione che ha portato alla liberazione dei tre ostaggi italiani. Pisanu si dice convinto che i sequestratori erano decisi ad ucciderli l'11 giugno, giorno prima delle elezioni e data simbolica per il terrorismo islamico, con quell'11 ancora una volta presagio di sventura.
Il titolare del Viminale mostra felicità per la brillante riuscita dell'operazione che ha permesso la tanto attesa liberazione di Umberto Cupertino, Maurizio Agliana e Salvatore Stefio, dopo 56 giorni di prigionia. Per Pisanu era evidente una strategia politica, pensata per destabilizzare le istituzioni e che prefigurava uno scenario assai simile alla strage di Madrid dell'11 marzo: il barbaro assassinio dei nostri connazionali alla vigilia del voto.
Il ministro dell'Interno ritorna sui messaggi inviati dai sequestratori, chiaramente politici. "Hanno tenuto alta l'attenzione dell'opinione pubblica italiana, hanno chiesto di manifestare contro questo governo e contro il presidente Usa George Bush". "L'Italia - prosegue Pisanu - doveva andarsene dall'Iraq, proprio come fece la spagna dopo le stragi di Atocha". Il disegno era chiaro, mancava l'ultimo passaggio: l'uccisione dei tre ostaggi. Sventata in extremis. "L'azione di forza era ormai l'unica via percorribile", termina il ministro.