Il calvario degli ostaggi italiani
Il 13 aprile quattro italiani, Maurizio Agliana, 37 anni, di Prato, Umberto Cupertino, 35 anni, di Sammichele (Bari), Fabrizio Quattrocchi, 36 anni, di Catania, residente a Genova, e Salvatore Stefio, 34 anni, di Lentini (Siracusa), residente a Catenanuova (Enna), vengono sequestrati da un gruppo di guerriglieri islamici sunniti vicino a Falluja. Gli italiani erano arrivati in Iraq come guardie private, ingaggiati da una società statunitense.
13 APRILE - IL VIDEO DEL RICATTO
Un video mostra i quattro italiani accovacciati in terra con i guerriglieri alle loro spalle in piedi, armi in mano. Gli ostaggi mostrano i passaporti e declinano le loro identità. I mujahiddin fedeli all'ex rais iracheno Saddam Hussein leggono un messaggio e pongono dure condizioni all'Italia per il rilascio dei quattro ostaggi: le scuse del governo per le dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi sull'Islam, il ritiro del contingente italiano da Nassiriya, il rilascio di alcuni imam nelle mani della coalizione.
14 APRILE - L'ESECUZIONE DI QUATTROCCHI
Nella tarda serata, la tv araba Al Jazeera dà l'annuncio più temuto: un ostaggio italiano è stato ucciso. Poi si saprà che si tratta di Fabrizio Quattrocchi. A Genova, dove abitava, la mamma viene soccorsa per un malore. La conferma arriva in diretta televisiva dal ministro Frattini. Il network del Qatar è in possesso del filmato video dell'esecuzione, ma decide di non mandarlo in onda per non turbare i telespettatori.
15 APRILE - IL GRIDO, "COSI' MUORE UN ITALIANO"
Vengono diffusi i particolari dell'esecuzione. Fabrizio Quattrocchi viene fatto inginocchiare davanti a una fossa non profonda, attorno alla testa e agli occhi ha stretta una kefiah. Con un gesto dei polsi, legati, fa per togliersela e grida: "Vi faccio vedere come muore un italiano". Due colpi alla tempia, in rapida successione, mettono fine alla sua esistenza.
15 APRILE - L'ULTIMATUM, UN OSTAGGIO UCCISO OGNI 48 ORE
Si diffonde la voce di un ultimatum da parte dei guerriglieri: "Uccideremo un ostaggio ogni 48 ore". E in un messaggio radio, Osama Bin Laden fa un proclama tra l'offerta e l'avvertimento agli europei: "Ritiratevi dall'Iraq, lasciate in pace la nazione araba e non vi colpiremo. Attaccheremo solo gli americani". Unanime la risposta della Ue: "Con i terroristi nessuna trattativa".
16 APRILE - L'APPELLO DEI FAMILIARI, "LIBERATELI"
Su Al Jazeera viene letto il testo della lettera che i familiari dei tre ostaggi inviano ai guerriglieri islamici. "Ci rivolgiamo alla vostra coscienza religiosa di credenti in un Dio diverso dal nostro, ma con molte radici in comune - scrivono - Un Dio che noi rispettiamo. Temiamo che il gesto che minacciate di compiere possa rivelarsi inutile e controproducente per la causa che voi sostenete". "I nostri ragazzi - ricordano ancora - sono partiti alla ricerca di un lavoro senza alcun altro motivo ideologico. Anche voi siete genitori e potete capire la nostra angoscia. Risparmiate la vita dei nostri ragazzi, che non hanno nulla a che fare con la politica. Vi supplichiamo, fateli tornare a casa al più presto".
20 APRILE - IL SENTIERO DELLA CROCE ROSSA
Acqua, cibo, medicine: forse può passare per la strada della Croce rossa italiana, l'unica presente ancora in Iraq, la speranza di ottenere la liberazione degli ostaggi. Via libera definitivo alla Cri per l'organizzazione del corridoio umanitario che porti a Falluja, città assediata, viveri e altri generi di prima necessità. Il primo convoglio parte nel pomeriggio e arriva a destinazione, distribuendo gli aiuti alla popolazione stremata.
25 APRILE - IL 'GIALLO' DEI TELEFONINI
E' il giallo dei telefonini. Dopo giorni di silenzio, i cellulari degli ostaggi tornano a squillare: ma nessuno di loro risponde. Al numero di Umberto Cupertino si sente solo un iniziale "hallo" e poi riattaccano; a quello di Maurizio Agliana un messaggio in inglese dice "utente irraggiungibile"; a quello di Salvatore Stefio gli squilli suonano a lungo ma senza risposta. I carabinieri del Ris portano a Baghdad un capello di Fabrizio Quattrocchi: serve per ricavare il dna dell'ostaggio ucciso, nella speranza di identificarne il corpo.
26 APRILE - IL VIDEO CON IL NUOVO RICATTO
Gli ostaggi italiani sono vivi. La prova è nel video trasmesso dalla tv araba Al Arabiya e datato 25 aprile. Vi si inquadrano Cupertino, Stefio e Agliana mentre mangiano, seduti davanti a un tavolinetto. Stefio parla per dire che dai sequestratori non hanno subito alcun maltrattamento fisico. I guerriglieri formulano un ricatto: o gli italiani entro cinque giorni scendono in piazza a Roma contro la guerra e contro il governo italiano e per chiedere il ritiro del contingente dall'Iraq, o i tre ostaggi saranno uccisi.
29 APRILE - LA MANIFESTAZIONE A ROMA
La manifestazione per ottenere la liberazione degli ostaggi, promossa dai loro familiari, si fa. Il corteo sfila a Roma, da Castel Sant'Angelo alla basilica di San Pietro, lungo via della Conciliazione "per la pace". Al loro arrivo in Piazza San Pietro, i parenti dei tre ostaggi trovano ad attenderli monsignor Giovanni Lajolo, che legge un messaggio del Papa: "In nome dell'unico Dio che tutti ci giudicherà, Giovanni Paolo II rinnova la sua pressante supplica di voler riaffidare prontamente le persone rapite alle loro famiglie. Alle persone prese in ostaggio, desidera far arrivare il suo incoraggiamento per continuare a sostenere con coraggio e speranza la loro dura prova".
30 APRILE - SCELLI CONVOCATO A BAGHDAD: E' LA SVOLTA?
La soluzione della crisi degli ostaggi sembra vedere la sua luce in tarda serata. Il responsabile della Croce rossa italiana, l'unica a entrare a Falluja e a portare aiuti umanitari alla popolazione stremata per l'assedio americano, Maurizio Scelli, viene convocato in una casa privata, quando a Baghdad sono le nove di sera. L'ora e il luogo sono insoliti. Ad attenderlo c'è Mohammed Al Kubaysi, autorevole membro del Consiglio degli Ulema. La Cri viene indicata come il canale attraverso il quale puo' passare il rilascio dei tre sequestrati italiani.
3 MAGGIO - IL GOVERNO INVOCA IL SILENZIO STAMPA
"Silenzio di radio e televisioni sulla vicenda degli ostaggi italiani": a invocarlo è il premier Berlusconi, con l'intento di evitare "una serie di uscite contraddittorie, inattendibili e pericolose per l'incolumità dei rapiti". Le famiglie degli ostaggi accettano il silenzio stampa, "ma solo per pochi giorni".
7 MAGGIO - L'OFFERTA DELLA CIA PER UN BLITZ
"Noi i cattivi li prendiamo, non ci discutiamo". Per il capo dell'antiterrorismo americano Cofer Black, "l'unica opzione è localizzare la prigione degli ostaggi e liberarli. In questo senso, la Cia è pronta a fornire all'Italia il nostro aiuto e i nostri mezzi. E' evidente -aggiunge - che, qualora un'opzione di questo genere si dovesse presentare, dovrebbe essere autorizzata da Roma".
21 MAGGIO - CONSEGNATO IL CORPO DI QUATTROCCHI
Le spoglie del cadavere di Fabrizio Quattrocchi vengono consegnate a Baghdad alla Croce rossa italiana, a 38 giorni dalla sua uccisione. La mediazione decisiva è stata quella del Consiglio degli Ulema, le guide della comunità religiosa sunnita. Il corpo viene fatto ritrovare lungo una strada alla periferia della capitale, dentro un lenzuolo dietro un cespuglio.
22 MAGGIO - IL DNA CONFERMA, LA SALMA E' PROPRIO DI QUATTROCCHI
Arriva la conferma dall'esame del dna: la salma consegnata dai ribelli iracheni alla Croce rossa italiana è proprio quella di Fabrizio Quattrocchi, come accertano i carabinieri del Racis, il coordinamento dei reparti di investigazione scientifica dei Cc. Il vicepremier Fini e il ministro Martino chiedono per lui i funerali di Stato: "Va accolto da eroe".
24 MAGGIO - LA SALMA DI QUATTROCCHI A CIAMPINO
Avvolta nel tricolore, la bara con Fabrizio Quattrocchi viene portata fuori dall'aereo atterrato all'aeroporto militare di Roma Ciampino alle tre del pomeriggio. Nessun saluto ufficiale. Il fratello chiede di vedere i resti. I parenti degli ostaggi incontrano a Roma il ministro degli Esteri Frattini e poi il commissario della Cri, Scelli.
29 MAGGIO - A GENOVA FUNERALI QUATTROCCHI, NEL DUOMO DI S.LORENZO
E' il giorno dei funerali solenni per Fabrizio Quattrocchi. Si svolgono a Genova, nel duomo di San Lorenzo, celebrati dal cardinale Tarcisio Bertone. Presenti in chiesa fra gli altri il presidente della Camera Pierferdinando Casini in rappresentanza delle istituzioni e il vicepremier Gianfranco Fini per il governo.
2 GIUGNO - IL TERZO VIDEO AD AL JAZEERA, OSTAGGI VIVI
Ancora un video, il terzo, con le immagini degli ostaggi italiani. Lo manda in onda Al Jazeera, è datato 31 maggio e mostra Stefio, Agliana e Cupertino mentre mangiano. Stefio parla in italiano, si rivolge alle istituzioni, al governo, al Papa e alla Chiesa cattolica: "Finora abbiamo avuto un buon trattamento, ci troviamo in condizioni ottimali; nessun problema con le persone che ci tengono in questo luogo". I familiari tirano un sospiro di sollievo: "Grazie a Dio sono vivi".
8 GIUGNO - LA LIBERAZIONE DEGLI OSTAGGI
L'odissea è finita. Salvatore Stefio, Umberto Cupertino e Maurizio Agliana sono liberi. La notizia della liberazione, avvenuta ad opera delle forze della coalizione nei pressi di Baghdad, anticipata da un televisione polacca, è confermata dalla Farnesina, direttamente dal ministro degli Esteri, Franco Frattini. Nessuno spargimento di sangue, per sottrarre i tre ostaggi italiani ai loro sequestratori.