Gli sono state impiantate delle protesi ma dovrà subire un altro intervento prima di riuscire a riconoscere gli oggetti
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La sua storia aveva commosso il mondo intero, lo scorso agosto: una donna, la zia, lo aveva sottratto ai genitori, nella provincia dello Shanxi, per strappargli gli occhi con uno strumento non identificato, probabilmente un cucchiaio arroventato. Un gesto di una crudeltà inaudita che non ha mai ricevuto una ricostruzione precisa: i bulbi erano stati ritrovati sul luogo del crimine, mentre l'autrice dell'agguato si era poi suicidata, l'ipotesi di un commercio d'organi era stata, infine, caduta.
Dopo un calvario di quasi 4 mesi, il piccolo Guo Bin, sei anni e ribattezzato da tutti Bin Bin, è uscito ieri pomeriggio dall'ospedale di Shenzhen dove è stato curato. Il dottor Dennis Lam Shun-chiu, che lo ha operato e ha coperto le spese ospedaliere, ha dichiarato: "Il bambino ha subito danni fisici e psicologici, ma ora è in grado di ripartire. Tantissime persone gli hanno fatto dei regali, ma lui ha voluto lasciare tutto per i prossimi piccoli pazienti".
Al bimbo sono stati impiantati degli occhi artificiali che non gli permettono ancora di vedere, ma gli permettono di tenere aperte le palpebre. Fra sei mesi Bin Bin tornerà in sala operatoria per l'impianto di un sistema di riconoscimento simile a un navigatore, sulla nuca, che invierà segnali elettrici al cervello per permettergli di identificare le forme che si trova davanti