FINALMENTE LIBERO

Greenpeace, scarcerato D'AlessandroL'attivista italiano: "Il blitz? Lo rifarei"

E' uno dei 30 militanti detenuti in Russia, dopo l'assalto a una petroliera nell'Artico. La nave usata per il blitz resta sotto sequestro e ora rischia di affondare, come segnalano a Greenpeace

22 Nov 2013 - 10:26
 © Twitter

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E' stato scarcerato Cristian D'Alessandro, uno dei 30 attivisti di Greenpeace detenuti nella prigione di Murmansk e poi trasferiti nel carcere di San Pietroburgo per il blitz contro una piattaforma petrolifera artica di Gazprom. Il 18 novembre la Corte russa aveva accordato la libertà su cauzione ad alcuni degli arrestati, tra cui l'italiano. Dopo la liberazione D'Alessandro ha affermato: "Rifarei il blitz".

Così il militante ha risposto ai cronisti che lo attendevano all'uscita dal carcere e gli chiedevano se ripeterebbe l'assalto. "Sì, lo rifarei", ha detto. Poi è stato subito preso in consegna dagli attivisti di Greenpeace, che hanno organizzato tutto il servizio di assistenza logistica per i militanti scarcerati.

La mamma: "Non vedo l'ora di parlare con lui" - "Non vediamo l'ora di parlare con lui - dice Raffaella Ruggero, la mamma del giovane attivista -. Come madre questo rilascio è di grande conforto e rappresenta un primo passo importante per dimostrare che mio figlio non ha commesso nessuno dei crimini dei quali insieme ai compagni è stato accusato. Ringrazio la Farnesina e la rappresentanza diplomatica per il prezioso aiuto".

Il padre: "Quella di mio figlio una storia allucinante" - "Mi ha chiamato con un cellulare di Greenpeace e mi ha detto subito 'libertà' - ha raccontato Aristide, il padre di Cristian -. Comunque la sua resta una storia allucinante, da film dell'orrore".

La telefonata, ha detto, è durata pochi secondi. "Ci siamo commossi - ha ripreso -. Mi ha detto 'papà, fammi assaporare un po' di libertà, tra un paio d'ore ci sentiamo con calma. Dopo due mesi terribili, finalmente una gioia piena. Ora lo aspettiamo, ma non sappiamo ancora quando esattamente potrà tornare. Attendiamo di leggere l'ordinanza, per vedere se può tornare a casa. Per il momento andrà in un hotel. Se resterà in Russia, andremo a trovarlo".

Greenpeace: "Sollevati, ma i nostri restano sotto accusa" - "Siamo sollevati, ma non stiamo festeggiando: sono tutti ancora accusati di vandalismo, un crimine molto serio che non hanno commesso, e rischiano anni di carcere. Gli Arctic30 saranno liberi quando cadranno le accuse ingiuste e anche l'ultimo di loro sarà tornato a casa dalla sua famiglia". Così il direttore esecutivo di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio, commenta la scarcerazione di D'Alessandro.

"Vedere finalmente Cristian uscire dal centro di detenzione è un'immagine di speranza che tutti noi abbiamo aspettato con ansia negli ultimi mesi. Ora aspettiamo che tutti gli attivisti, incluso l'australiano a cui la libertà su cauzione è stata negata, escano dal carcere". A D'Alessandro è stata concessa la scarcerazione dietro il pagamento di una cauzione da 2 milioni di rubli, circa 45mila euro. La cauzione è stata versata con i fondi di Greenpeace International.

Resta sotto sequestro l'Arctic Sunrise - E' stato nel frattempo respinto da un tribunale di Murmansk il ricorso contro il sequestro della Arctic Sunrise, la nave di Greenpeace protagonista dell'assalto alla piattaforma artica, che risale al 18 settembre. A riferirlo è la stessa Ong via Twitter, dove si denuncia: "Questo verdetto è una violazione della legge sia russa che internazionale".

Il rompighiaccio con bandiera olandese era stato sequestrato dopo il fermo da parte della guardia costiera russa dei 30 attivisti membri dell'equipaggio. Greenpeace ha sempre definito illegale la decisione, avvertendo anche che il rompighiaccio, lasciato in abbandono nella Baia di Kola dopo il blitz, rischia di affondare.

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