Per i pm russi si tratta di teppismo, un reato che prevede invece pene molto meno severe. Tra gli attivisti arrestati c'è anche un italiano
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La magistratura russa ha fatto cadere le accuse di pirateria contro gli attivisti di Greenpeace che hanno dato l'assalto a una piattaforma petrolifera nell'Artico. Ora il reato è di teppismo. Lo riferisce l'agenzia di stampa Itar-Tass citando il portavoce della commissione investigativa. In precedenza il ministero degli Esteri aveva lanciato un segnale di apertura, sottolineando che Mosca "resta aperta a una soluzione della vicenda".
Era stato lo stesso leader del Cremlino Vladimir Putin ad ammettere per primo che i 30 attivisti di Greenpeace "non sono pirati". L'accusa di pirateria è punibile sino a 15 anni di carcere, quella di teppismo prevede invece pene molto meno severe. Nelle ultime settimane era cresciuta la mobilitazione e la pressione internazionale per la liberazione dei militanti dell'associazione ambientalista.
"Le accuse di teppismo sono largamente sproporzionate". Lo afferma Vladimir Chuprov, di Greenpeace Russia, dopo la decisione della magistratura russa di far cadere le accuse di pirateria.