La Grecia vuole il pagamento dei danni della guerra. Una vendetta per il salato conto anti crisi che sono costretti a sostenere?
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“Facciamo i conti”. La Grecia, sull’orlo del fallimento, le prova tutte per uscire dalla crisi e sanare il debito. E chiede al governo di Berlino il risarcimento dei danni causati dalla Wehrmacht (forza di difesa) nella Seconda guerra mondiale.
Duecentoquaranta miliardi di euro. Una cifra da capogiro, che equivale quasi alla metà del debito del paese ellenico. La somma è stata riportata all’interno di un dettagliato rapporto di 80 pagine, messo a punto da una commissione di esperti del governo di Antonio Samaras.
Gli specialisti hanno letto e appuntato, per non perdere nemmeno un centesimo, i dati riportati all’interno delle oltre 190mila pagine ritrovate, forse un po’ impolverate, nei sottoscala dei ministeri e degli archivi. Non sono sfuggiti quindi i danni alle infrastrutture, i prestiti forzosi e addirittura i furti dei reperti archeologici che la Germania nazista avrebbe causato e imposto alla Grecia dal 1941 al 1945.
Un duro colpo per la neorieletta Angela Merkel che, tramite il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, fa sapere di non avere alcuna intenzione di aprire il portafoglio, richiamandosi agli accordi precedentemente firmati da entrambi i governi. Non sfugge agli appassionati di storia che Atene fu costretta a rinunciare alle sue pretese da americani e britannici che nel 1945 non volevano ripetere gli errori del Trattato di Versailles e pesare troppo sulla ripresa tedesca.
La ferita resta ancora aperta e, se è vero che la storia non si fa con i se e con i ma, la Grecia vorrebbe riaprire almeno in parte questo capitolo. Adeguando la cifra agli interessi e all’iperinflazione di 70 anni fa, con un unico obiettivo: guadagnare qualche soldino per ridurre il proprio enorme debito.