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Siria, Usa frena: "Raid non è l'unica opzione" Sì da Gb e Francia, Italia: "Serve ok dell'Onu"

Lʼazione militare Usa, secondo la stampa americana, avrebbe la durata di 2 o 3 giorni e dovrebbe sia "punire" Assad per lʼuso di armi chimiche sia servire come deterrente per futuri attacchi analoghi

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Il Dipartimento di Stato Usa ha annunciato che sarà rinviato l'incontro con la Russia, previsto per il 28 agosto.

La decisione è messa in relazione alla necessità di elaborare una risposta adeguata all'uso delle armi chimiche in

Siria

. Intanto il presidente

Obama

sta valutando un

attacco militare contro

Damasco

"di portata e di durata limitate". Secondo i media Usa,

l'attacco potrebbe durare due o tre giorni

.

Obama, come fa sapere la Casa Bianca, starebbe tuttavia vagliando tutte diverse possibilità di intervento, che non sono limitate all'uso della forza.

Gli Stati Uniti sottolineano inoltre come un loro intervento in Siria non sia volto a un cambio di regime. "Le opzioni che gli Stati Uniti stanno considerando non riguardano un cambio del regime in Siria - ha spiegato infatti il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney -. Un cambio del regime deve avvenire attraverso una transizione politica".


Media Usa: "Attacco partirà giovedì"

- Secondo quanto riferito all'emittente Nbc da una fonte dell'amministrazione Usa, una serie di attacchi limitati contro la Siria in rappresaglia per l'uso di armi chimiche potrebbero essere lanciati "a partire da giovedì". "Tre giorni di raid" sarebbero limitati nell'obiettivo e mirati a mandare un messaggio al regime di Damasco, ha detto la fonte. Le indicazioni sul calendario dell'azione militare sono arrivate dopo un nuovo giro di diplomazia telefonica del presidente Barack Obama con il primo ministro australiano Kevin Rudd e il presidente francese Francois Hollande.

Perché l'America interverrà militarmente

- Secondo quanto riportato dal "Washigton Post", l'attacco dovrebbe svolgere una funzione deterrente, mantenendo però gli Stati Uniti estranei alla guerra civile in atto. L'attacco prenderebbe di mira obiettivi militari non direttamente legati alle armi chimiche.

"Un'azione militare - afferma la stampa americana - potrebbe essere ancora evitata in caso di un dietrofront del governo di Assad e del governo russo che lo appoggia. Ma le attese che questo possa accadere sono basse".


Consultazioni con gli alleati -

Obama - mette in evidenza l'amministrazione - non ha ancora preso alcuna decisione ufficiale. Gli Stati Uniti continuano infatti le consultazioni con gli alleati e, proprio per il veto certo della Russia, avrebbero abbandonato le speranze di ottenere un'autorizzazione all'azione da parte del Consiglio di sicurezza dell'Onu.

La tempistica dell'attacco -

I tempi dell'attacco dipenderebbero da tre fattori: il completamento del rapporto dell'intelligence che determini la colpevolezza del regime di Assad, le consultazioni con gli alleati e il Congresso e una giustificazione a intervenire in base alla legge internazionale. Gli avvocati dell'amministrazione starebbero infatti esaminando una possibile giustificazione legale sulla base della violazione delle norme internazionali che vietano l'uso di armi.



Bonino: "L'Italia interverrà solo con l'Onu"

- L'Italia non prenderebbe parte a soluzioni militari al di fuori di un mandato del Consiglio di sicurezza dell'Onu". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Emma Bonino, alle commissioni Esteri congiunte di Camera e Senato. Secondo la Bonino già mercoledì si potrebbe tenere una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu sulla situazione in Siria, mentre il 4 settembre si terrà una riunione a livello ministeriale dei Paesi "Amici della Siria" e dell'opposizione siriana.

Letta: "In Siria orrori indicibili"

- "Letta ha ribadito a Cameron la ferma condanna" da parte dell'Italia dell'attacco con uso di armi chimiche "contro la popolazione civile siriana: crimine inaccettabile che non puo' essere tollerato dalla comunita' internazionale''. Così una nota di Palazzo Chigi sulla situazione in Siria.

La Russia: "Conseguenze catastrofiche se si aggira l'Onu"

- Ma resta il nodo Onu, e la Russia avverte che i tentativi di aggirare il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite creano per l'ennesima volta pretesti artificiali infondati per un intervento militare nella regione, gravidi di nuove sofferenze in Siria e conseguenze catastrofiche per Medio Oriente e Nord Africa, come ha dichiarato Alexander Lukashevich, portavoce del ministero degli Esteri di Mosca.

La Gran Bretagna lavora a una risposta militare

- Le forze armate britanniche stanno mettendo a punto un piano di emergenza nell'eventualità di una risposta militare al presunto attacco chimico in Siria. Il premier britannico David Cameron è convinto che la comunità internazionale debba rispondere, fa sapere un portavoce di Downing Street. Il premier britannico ha richiamato dalle ferie il parlamento inglese per discutere giovedì della Siria.

Hollande: "Pronti a punire i responsabili dell'attacco"

- "L'attacco chimico su Damasco non può restare senza risposta" e la Francia è "pronta a punire chi ha preso la decisione di colpire col gas degli innocenti". Lo ha affermato il presidente Francois Hollande, spiegando che la Francia ha "la responsabilità di cercare la risposta più appropriata alle azioni del regime siriano", e di "proteggere le popolazioni civili" come auspicato dall'Onu.

La minaccia dell'Iran

- L'Iran, attraverso il portavoce del ministero degli Esteri, ha ribadito che un attacco alla Siria avrebbe "gravi conseguenze" in "tutta la regione mediorientale". Serve una "soluzione politica" alla crisi siriana, ha aggiunto il portavoce, esprimendo la speranza di Teheran che i "leader europei" prendano "sagge decisioni" evitando l'attacco.