DOPO IL MANCATO RIENTRO

Marò, Colle: "Trovare soluzione amichevole"

India: "Ripercussioni anche sui visti italiani". Preoccupata la Farnesina. Il sindacato dei diplomatici denuncia: "L'Ambasciatore italiano Mancini è tenuto in ostaggio"

15 Mar 2013 - 22:27
 © Ap/Lapresse

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"Ci saranno inevitabilmente ripercussioni sulle relazioni bilaterali" tra India e Italia. Una fonte autorevole della Farnesina lancia l'allarme dopo gli ultimi sviluppi della vicenda marò, avvertendo che tra le misure da prendere potrebbe esserci una revisione del regime dei visti per gli italiani. "Il caso - interviene anche Giorgio Napolitano con una nota - deve essere risolto in modo amichevole sulla base del diritto internazionale".

La nota del Quirinale - Il presidente Giorgio Napolitano ha ricevuto i ministri degli Esteri, Difesa e Giustizia - Giulio Terzi, Giampaolo Di Paola e Paola Severino - che lo hanno informato sugli sviluppi della vicenda dei due fucilieri di marina. I tre membri del governo - si legge nella nota del Quirinale diramanta in serata - hanno "riferito che il governo italiano si sta adoperando per una composizione amichevole con l'India sulla base del diritto internazionale, come espressamente auspicato anche dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon".

Onu: "Risolvere il caso pacificamente" - Intanto il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, rivolge un appello a India e Italia affinché "risolvano pacificamente" i contrasti legati alla vicenda dei marò, "rispettando il diritto internazionale"; appello rilanciato dal Quirinale in una nota, che spiega come "il governo italiano si stia adoperando per una composizione amichevole l'India" proprio sulla base del diritto internazionale.

Sindacato dei diplomatici: "Mancini è tenuto in ostaggio" - L'India viola la Convenzione di Vienna, e in particolare l'art.44 che ha la funzione di evitare che gli agenti diplomatici "siano presi in ostaggio nell'adempimento del proprio dovere, come sta accadendo all'Ambasciatore Mancini". Lo scrive in una nota il Sndmae, il sindacato più rappresentativo dei diplomatici italiani.

"La presa di posizione delle Autorità indiane, volta a limitare le sue possibilità di movimento, contrasta palesemente con quanto stabilito dagli articoli 29, 31, 44 della Convenzione di Vienna sulle Relazioni Diplomatiche, ratificata dall'India in data 14 novembre 1965", si legge nella nota del Sndmae che "esprime la sua piena solidarietà all'Ambasciatore d'Italia in India, Daniele Mancini". "Non a caso - spiega il sindacato dei diplomatici - il citato articolo 44 della predetta Convenzione stabilisce che 'anche in caso di conflitto armato' lo Stato di accreditamento debba agevolare l'agente diplomatico che intenda lasciarne il territorio. Tale previsione, come tutte le immunità diplomatiche, ha la funzione di evitare che gli agenti diplomatici vengano ritenuti personalmente responsabili delle azioni dei rispettivi governi e che siano magari presi in ostaggio nell'adempimento del proprio dovere, come sta accadendo all'Ambasciatore Mancini".

"La funzione diplomatica comporta spesso rischi e disagi. Ogni diplomatico ne è ben cosciente quando sceglie di servire il proprio Paese all'estero. Ammettere, tuttavia, che lo Stato di accreditamento possa addirittura limitare la libertà personale dell'Ambasciatore significa minare alla radice uno dei principi fondamentali delle relazioni tra gli Stati e compromettere seriamente la funzione diplomatica in generale. Il Sndmae si aspetta, pertanto, che la questione venga risolta nel pieno rispetto del diritto internazionale", conclude la nota.

Ministro degli Esteri indiano: "L'Ambasciatore è libero di muoversi - "L'ambasciatore italiano si può muovere liberamente e non può essere arrestato in quanto gode di immunità diplomatica". Lo ha dichiarato il ministro indiano degli Esteri, Salman Khurshid, in un'intervista ad una televisione privata locale.

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