RESTANO IN PATRIA

Marò, India: "Fermo disaccordo con l'Italia"

Dura reazione del governo di New Delhi dopo la decisione di quello italiano di non far ripartire Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, come pattuito da accordi precedenti: "E' inaccettabile"

12 Mar 2013 - 16:14
 © Ap/Lapresse

© Ap/Lapresse

Per il primo ministro indiano, Manmohan Singh, la situazione creata dal governo italiano rispetto alla vicenda dei due marò è "assolutamente inaccettabile". Il ministro Giulio Terzi ha infatti deciso di far restare in patria Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, tornati in Italia con un permesso per votare alle elezioni politiche, sollevando un conflitto di giurisdizione davanti al tribunale internazionale.

Il partito dell'opposizione indiana di centrodestra, il Bharatya Janata Party (Bjp), ha definito il rifiuto dell'Italia di far ripartire i marò "un tradimento" e "un inganno contro la Corte Suprema dell'India". "Gli italiani pensano che l'India sia una repubblica delle banane" ha aggiunto il portavoce del Bjp, che chiede inoltre al governo "che si impegni a far processare i due militari italiani in India".

"Fermo disaccordo" dell'India - L'India ha manifestato il "fermo disaccordo" sulla posizione dell'Italia in merito ai marò e si aspetta che essa rispetti l'impegno preso per il loro ritorno davanti alla Corte Suprema indiana. Lo ha detto un responsabile degli Esteri all'ambasciatore d'Italia, Daniele Mancini, ricevuto oggi a New Delhi.

Moglie pescatore ucciso: "Riportateli in India" - Dora, la moglie di Gelastine Valentine, uno dei due pescatori morti nell'incidente del 15 febbraio 2012 in cui rimasero implicati due marò, ha chiesto che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone "siano riportati in India", perché "io non ho ancora avuto giustizia". Ai media indiani la donna si è unita alle proteste locali sostenendo che "questa non è altro che una cospirazione al più alto livello ed il governo indiano dovrebbe fare in modo che i due ritornino e sostengano il processo nel nostro Paese".

Dure critiche da Kerala: "Li dobbiamo processare noi" -  Lo "chief minister" del Kerala, Oommen Chandy, ha duramente criticato la decisione dell'Italia sui marò definendola "inaccettabile". Il politico, contrario alla concessione dei permessi speciali per i due militari, ha detto che intende recarsi a New Delhi oggi stesso per incontrare il ministro degli Esteri Salman Khurshid. "E' completamente inaccettabile. La nostra posizione - ha ribadito - rimane che devono essere processati in India". "Stiamo cercando anche di esplorare gli aspetti legali'' della decisione della Farnesina di non rimandare in India i due imputati, ha detto ancora Chandy.

La protesta dei pescatori del Kerala - Intanto la mossa di Roma ha sollevato la collera dei pescatori del Kerala che si sentono "imbrogliati" dall'Italia. Alcune centinaia di aderenti alla Società dei pescatori del Kerala, presieduta da T. Peter, si sono riuniti oggi a Trivandrum per manifestare contro il non ritorno dei due marò in India. Peter ha detto che "abbiamo bruciato le immagini del premier (Manmohan Singh) e di uno dei due fucilieri" del San Marco, senza però poter precisare quale. In serata, infine ha detto, "annunceremo la data di una manifestazione di protesta nazionale".

Tv indiana: "Sospetto scambio cortesie con Finmeccanica" - La tv all news indiana Cnn-Ibn, parlando dei marò, si domanda se "sarà davvero un caso'' che proprio ieri New Delhi aveva ricevuto dal governo italiano materiale riguardante le presunte tangenti pagate per la commessa di 12 elicotteri della Agusta Westland all'aviazione indiana. In febbraio, nota l'emittente, il ministro degli Esteri, Salman Khurshid, aveva detto: "Il governo italiano ci ha chiesto di intervenire sulla vicenda dei marò, ma non era possibile, nello stesso modo in cui non lo era per loro fare qualcosa per la nostra richiesta di documenti di Finmeccanica". Ma ieri, osserva Cnn-Ibn, "il governo italiano ha ceduto, mandando una prima parte di documenti all'India sulla vicenda degli elicotteri VIP. La questione è ora di sapere se anche il governo indiano ha ceduto sul tema dei marò ed ha permesso loro di restarsene a casa con il sospetto di omicidio" di due pescatori.

Convocato l'ambasciatore italiano - L'ambasciatore d'Italia a New Delhi, Daniele Mancini, è stato convocato al ministero degli Esteri per fornire spiegazioni sulla decisione di non far ritornare i marò in India alla fine del loro permesso. Mancini, nel colloquio durato 20 minuti, è stato messo a conoscenza delle valutazioni e della posizione di New Delhi al riguardo. All'uscita l'ambasciatore non ha risposto alle domande dei giornalisti limitandosi a dire di "aver parlato con le autorità competenti".

Ue: "Soluzione nel rispetto delle leggi" - La Ue "prende nota della dichiarazione del ministro" Terzi e "spera che si trovi una soluzione nel pieno rispetto della convenzione Onu sul diritto del mare e delle leggi internazionali": lo ha detto il portavoce dell'alto rappresentante della politica estera della Ue, Catherine Ashton.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri