APPELLO A LONDRA

Londra, Assange gravemente malato: "Serve un salvacondotto per curarlo in ospedale"

Il fondatore di WikiLeaks è ancora ospite dell'ambasciata ecuadoregna. La diplomazia di Quito: "Grave infezione polmonare, potrebbe aggravarsi in ogni momento"

29 Nov 2012 - 07:08
 © Ansa

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Il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, rifugiato da giugno nell'ambasciata ecuadoregna di Londra per sfuggire all'estradizione per duplice stupro in Svezia, soffrirebbe di un infezione polmonare cronica e rischia di aggravarsi. Lo ha reso noto l'ambasciatore di Quito presso la Corte di San Giacomo, Ana Alan, che ha chiesto ora alle autorità britanniche un salvacondotto per far curare Assange in ospedale.

Assange "ha un'infezione cronica a un polmone che potrebbe peggiorare in qualsiasi momento", ha confermato nelle scorse ore l'ambasciatrice ecuadoriana in Gran Bretagna, Ana Alban, riprendendo affermazioni rimbalzate dal Sudamerica. La diplomatica ha aggiunto che l'Ecuador "copre i costi delle terapie e assicura visite mediche periodiche" al suo ospite.

Polemica con la Gran Bretagna
Il governo di Quito aveva d'altronde già manifestato preoccupazione per la salute di Assange il mese scorso, pur senza far riferimento a specifiche patologie. Il ministro degli Esteri ecuadoriano, Ricardo Patino, ha dal canto suo puntato direttamente l'indice contro il Regno Unito: "La salute di Julian Assange - ha tuonato - sta cominciando certamente a minarsi come conseguenza del rifiuto del governo britannico di offrire un salvacondotto. E questo è gravissimo".

Solo pochi giorni fa Assange contro le multinazionali delle carte di credito
Giusto due giorni fa, Assange - accusato in Svezia di presunti reati a sfondo sessuale e dagli Usa d'aver messo a repentaglio la sicurezza nazionale diffondendo numerosissimi documenti riservati americani intercettati dalla sua organizzazione - era tornato a far sentire la propria voce. E aveva accusato alcuni "falchi" del Congresso Usa d'aver fatto pressioni indebite sulle multinazionali delle carte di credito per bloccare donazioni internazionali private fatte a sostegno della battaglia di WikiLeaks contro i segreti della diplomazia, della politica estera e del grande business.

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