Giovane siriana lotta a favore delle donne islamiche, ma il social network la censura
Velo sì, velo no. L'eterna questione simbolo della condizione delle donne musulmane è entrata nella dimensione 2.0: quella dei social network. Dana Bakdounes, giovane siriana di 21 anni, ha postato su facebook la propria foto a testa e braccia scoperte, capelli corti e occhi truccati, insomma un look non esattamente conforme alla tradizione islamica, come mostra la differenza con la foto del proprio passaporto. Sotto il documento la ragazza siriana scrive «per vent'anni non mi hanno permesso di sentire il vento sui capelli e sul corpo», scatenando le reazioni del web: applausi, ma anche critiche, insulti e persino minacce di morte.Dana, come molte altre, sostiene la pagina facebook «l'intifada delle donne nel mondo arabo», ma il social network non è stato un convinto sostenitore della lotta per l'emancipazione femminile nei paesi islamici. Se durate la primavera araba facebook e twitter sono stati protagonisti delle sollevazioni popolari, durante questa battaglia la creatura di Mark Zuckerberg ha rimosso più volte la foto di Dana, arrivando a chiudere anche i profili delle attiviste e la pagina, salvo poi fare una tardiva marcia indietro.