PENA DI MORTE

India, impiccato uno degli attentatori di Mumbai

Nell'attacco morirono 166 persone (tra le quali anche un italiano) e altre 300 restarono ferite. Un comandante del gruppo estremista: "E' morto un eroe, ispirerà altri attentati"

21 Nov 2012 - 08:58
 © Ap/Lapresse

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E' stata eseguita la condanna a morte per impiccagione di Mohamed Ajmal Kasab, l'unico sopravvissuto del commando di terroristi responsabile degli attentati di Mumbai nel 2008, che fecero 166 morti (tra cui l'italiano Antonio Di Lorenzo) e oltre 300 feriti. La condanna di Kasab, pakistano 24enne che aveva detto di appartenere al gruppo militante Lashkar-e-Taiba, era stata confermata ad agosto in appello dalla Corte suprema indiana.

Ajmel Amir Kasab era stato condannato a morte due anni fa per aver organizzato insieme ad altri nove militanti arrivati via mare gli attentati agli hotel della metropoli dopo un assedio di tre giorni.

Kasab era stato filmato mentre, insieme al complice Ismail Khan, apriva il fuoco su una folla di poveri pendolari indifesi nella principale stazione ferroviaria della metropoli, uno dei teatri della tragedia. Le immagini, insieme al test del Dna, furono decisive per la sua condanna, anche se a gennaio, comparendo alla prima udienza del giudizio di appello, il giovane integralista sostenne di non aver ottenuto un processo equo. In aula dapprima apparve rilassato e sorridente ma, mano a mano che il dibattimento si avvicinava alla conclusione, cominciò a mostrarsi chiuso e ostinatamente silenzioso, talvolta addirittura addormentato: un radicale mutamento di atteggiamento che indusse alcuni osservatori a metterne in dubbio la piena capacità d'intendere e di volere.

Il terrorista è salito sul patibolo (allestito in gran segreto alla prigione di Pune, nello Stato centrale del Maharasthtra) alle 7.30 locali e non ha espresso alcun desiderio prima dell'esecuzione. Il corpo è già stato sepolto nel penitenziario.

Il governo indiano aveva informato Islamabad dell'esecuzione, ma "non è giunta alcuna richiesta di riavere il corpo", hanno detto le autorità indiane. Il ministro degli Esteri, Salman Kurshid, ha sottolineato che "l'ambasciata pakistana ha ignorato un fax inviato dal suo ministero" in cui si comunicava la decisione.

L'esecuzione della condanna a morte, la prima dal 2004, è stata invece accolta con soddisfazione dai familiari delle vittime e dall'opposizione indo-nazionalista.

Un alto comandante del gruppo estremista pakistano Lashkar-e-Toiba ha invece detto che Kasab era "un eroe che ispirerà altri attacchi".

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