CRISI SENZA FINE

Messico, allarme dal G20 dei ministri economici"La crescita globale rimarrà modesta"

Secondo i tecnici radunati a Città del Messico a pesare sono i ritardi nell'attuazione delle riforme in Europa e il "fiscal cliff" negli Stati Uniti

05 Nov 2012 - 07:21
 © Ap/Lapresse

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Lo scenario discusso dai ministri delle Finanze e dai governatori del G20 nella prima sessione dei lavori del meeting a Città del Messico è di "una situazione globale incerta", con "l'Europa che è sicuramente migliorata" ma ancora lontana dall'avere risolto i problemi. Per il futuro le previsioni sono di un "crescita globale modesta" sia per i possibili ritardi nell'attuazione delle riforme annunciate in Europa e per il temuto "fiscal cliff" negli Usa.

I segnali che arrivano da Città del Messico sono quindi tutt'altro che incoraggianti. Nel comunicato finale del meeting verrebbero evidenziati la lenta messa in pratica delle misure europee contro la crisi e la stretta fiscale da 600 miliardi di dollari pronta a scattare automaticamente negli Usa a gennaio in assenza di un accordo politico sul debito.

Preoccupano anche i bassi livelli di crescita in alcune economie emergenti e possibili shock nel mercato delle materie prime. Sullo sfondo, resta vivo il dramma della Grecia, con le potenze mondiali intenzionate a mettere l'Europa sotto pressione per gestire il debito insostenibile di Atene. Ma al meeting dei ministri delle Finanze e dei governatori delle 20 maggiori economie mondiali l'Europa potrebbe rispondere ricordando ai partner le loro responsabilità, a partire proprio dalla minaccia del "fiscal cliff" degli Usa.

Gli appelli di aiuto che arrivano dalle autorità elleniche rimbalzano sull'agenda del G20, dove l'Europa - in particolare il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble - rischia di trovarsi ancora una volta sotto pressione dai partner globali, preoccupati per lo stallo sulla Grecia.

Le ipotesi di soluzione per il problema sono talmente ampie da far pensare che l'Eurozona sia ancora in alto mare su come affrontare la situazione, mentre anche la Spagna, altra Spada di Damocle sui mercati, continua a rinviare la richiesta d'aiuto.

In ogni caso molti dubitano che al G20, fra oggi e domani, si prospettino soluzioni, viste anche le assenze del segretario Usa al Tesoro, Tim Geithner, del presidente della Bce Mario Draghi e del ministro delle Finanze francese Pierre Moscovici. Difficile anche che dai Venti emerga una presa di posizione sul 'fiscal cliff', la stretta fiscale da 600 miliardi di dollari pronta a scattare automaticamente a gennaio negli Usa, aprendo a una recessione potenziale, in assenza di una svolta politica.

Lo stallo su Grecia e Spagna, poi, non fa che rendere più difficile il tentativo di aumentare le quote dei "Brics" nel Fmi, collegato al potenziamento del fondo nel suo ruolo anti-crisi. I tecnici, gli "sherpa", hanno molto da lavorare, e il rischio è che non si vada oltre i dettagli tecnici.

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