Presidenziali 2012, i due differenti punti di vista su sanità, fisco, matrimonio e aborto
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Tasse per i più ricchi per Obama, sgravi fiscali per Romney: quello sul fisco è solo uno dei due punti di vista differenti tra il candidato democratico e quello repubblicano per le Presidenziali del 2012. Pareri discordanti, tra i due, anche su immigrazione, politica estera, energia, matrimoni, coppie gay, aborto. Ecco i punti salienti dei due piani politici approvati alle Convention di Tampa (repubblicani) e di Charlotte (democratici).
TASSE E SANITA'
Obama propone più tasse per i ricchi con la Buffett Rule. Difende la riforma sanitaria, che garantisce a tutti l'accesso alle cure mediche. Ed è contrario ai tagli al "Medicare" e al "Medicaid", i programmi di assistenza pubblica per gli over 65 e i più poveri.
Romney invece vuole riderre gli sgravi fiscali e azzerrare il deficit pubblico nel 2040. Promette l'abolizione dell'Obamacare, la riforma varata dall'attuale presidente nel 2010. E vuole privatizzare il "Medicare", l'assistenza pubblica pergli over 65, per ridurre la spesa di oltre 65 miliardi di dollari.
MATRIMONI GAY, ABORTO, APPOGGIO ALLE DONNE
Obama è per la parità dei diritti uomo-donna, soprattutto in termini di trattamento salariale, e punta ad abolire la legge federale che riconosce solo i matrimoni tra eterosessuali. Attenzione alle donne, in termini di contraccezione e maternità consapevole.
Romney è contrario alle nozze gay e si schiera per il "Marriage act", la legge che difende la famiglia tradizionale. I repubblicani vogliono anche cancellare dall'assistenza medica le spese per i contraccetivi. Secco "no" anche all'aborto.
DEFICIT
Per Obama i conti pubblici vanno risanati con un approccio bilanciato, un aumento dell'imposizione fiscale per i più ricchi e sgravi fiscale per la classe media. Spera in una soluzione della crisi del debito europea per aiutare l'economia Usa.
Romney vuole tagliare radicalmente la spesa pubblica (-20% del Pil), tranne che per la Difesa. E non vuole aumentare le tasse sulla "middle class" mantenendo gli sgravi fiscali per i benestanti. E dice "no" alla "Buffet Rule" per tassare i più ricchi.
IMMIGRAZIONE
Obama è per un'ampia riforma dell'immigrazione. Il partito fa riferimento alla "Dream Act", che consente ai bambini di genitori immigrati senza documenti regolari di acquisire uno status legale se vanno al college o entrano nell'esercito. Secco "no" alle legge anti-clandestini dell'Arizona, bloccata in parte dalla Corte Suprema, che permette di controllare un passante solo sulla base del suo viso o del suo accento straniero.
Romney propone la lotta dura ai clandestini, la difesa dei confini con il Messico e appoggia la legge anti-clandestini dell'Arizona.
ENERGIA
Obama è d'accordo sulla "Green-economy": più tasse ai petrolierie sgravi alla aziende che producono energia pulita.
Romney dedica poco spazio alla "Green economy": punta sul petrolio, con un aumento delle trivellazioni, e sul nucleare.
POLITICA ESTERA
Obama difende un approccio multilaterale e vede un'America in stretto contatto con l'Onu sulle crisi locali. Dice "sì" alle sanzioni nei confronti dell'Iran, perché stanno funzionando. Critica Israele per gli insediamenti. E' attento agli equilibri nel Pacifico, e soprattuto all'ascesa della Cina.
Romney invece sostiene Israele e contesta la politica di Obama nei confronti di Teheran, accusandolo di essere troppo debole. Anche se, in occasione dell'Assemblea generale dell'Onu, c'è stato un riavvicinamento in chiave anti-iraniana tra Obama e il premier israeliano Benyamin Netanyahu. I repubblicani accusano poi Obama di rispondere in maniera debole all'uccisione dell'ambasciatore americano in Libia.