Consultazione popolare e Grandi elettori: l'America sceglie il suo presidente
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Martedì 6 novembre gli americani andranno alle urne per eleggere il presidente che guiderà il Paese nei prossimi quattro anni. Il sistema di voto utilizzato per la massima carica degli Stati Uniti però non è quello del suffragio universale diretto, bensì mediato. A scegliere il futuro inquilino della Casa Bianca saranno infatti i 538 cosiddetti Grandi elettori.
E a conquistare la carica sarà chi, tra Barack Obama e Mitt Romney, otterrà almeno 270 voti, la metà più uno del totale. Ma chi sono i Grandi elettori, coloro che decreteranno chi risiederà alla Casa Bianca fino al 2016? A sceglierli sono ovviamente i cittadini americani. Una volta individuati, vanno a costituire il Collegio elettorale che vota appunto il presidente. Il loro numero, 538, è stabilito sulla base degli Stati e dei rappresentanti politici degli Stati Uniti.
Stati e Grandi elettori
Ognuno dei cinquanta Stati ha infatti due Grandi elettori, come ha anche due senatori, ai quali va aggiunto un numero pari a quello dei deputati (435 in tutto) che vanno al Congresso. I deputati vengono assegnati in maniera proporziale alla popolazione, sulla base del censimento che viene eseguito ogni dieci anni. Oggi sono 53 in California, lo Stato più popoloso, mentre in Montana, North e South Dakota c'è un solo deputato. Arriviamo così a 535 Grandi elettori, ai quali ne vanno aggiunti altri tre: sono i rappresentanti del distretto di Columbia, che ospita Washington.
Sistema "maggioritario" in 48 Stati su 50
In "palio" ci sono dunque numeri diversi di Grandi elettori da Stato a Stato, a seconda del numero di senatori e deputati espressi da ogni "distretto". Il primo passaggio vede la conta dei voti nel singolo territorio: in 48 Stati su 50 la regola è "Winner takes all": chi arriva primo ottiene la totalità dei delegati disponibili. Fanno eccezione il Maine e il Nebraska, dove il sistema è invece proporzionale. Una volta definiti chi sono i Grandi elettori, questi esprimono la loro preferenza per eleggere il presidente. Può succedere però che i due candidati conquistino un numero esattamente pari di voti, 269 ciascuno. In questo caso, a scegliere è il Congresso.
Grandi elettori e procedure di voto
Come vengono scelti, in pratica, i Grandi elettori? Vengono indicati in base al candidato che si impegneranno poi a sostenere in fase di votazione. Una curiosità, più di costume che di sostanza: la Costituzione non li obbliga a rispettare l'indicazione del voto popolare, anche se la consuetudine, e anche le regole, prevedono comunque precisi vincoli in questo senso.
Varia da Stato a Stato anche la procedura di voto: non è detto dunque che, sulla scheda, accanto ai nomi dei Grandi elettori figuri anche quello del candidato presidente al quale questi sono legati. In ogni caso però gli americani trovano indicazioni su come, votando un Grande elettore, daranno indirettamente la loro preferenza ad Obama piuttosto che per Romney.
Un sistema così organizzato non assicura al cento per cento che il presidente eletto sia quello più votato in assoluto dai cittadini. E infatti, nella storia è successo per quattro volte che i Grandi elettori abbiano scelto un presidente diverso da quello che aveva ottenuto la maggioranza del voto popolare: nel 1824, nel 1876, nel 1888 e nel 2000. In ogni caso è compito del Congresso, a gennaio, certificare il voto del Collegio elettorale in vista dell'Inauguration Day, fissato nel 2013 per il 20 gennaio, giorno in cui il nuovo presidente degli Stati Uniti si insedierà ufficialmente alla Casa Bianca.
E in caso di assoluta parità tra i due candidati? La Costituzione prevede che, se nessuno raggiunge la maggioranza, a scegliere il presidente sia il Congresso con un voto di maggioranza, mentre al Senato spetta il compito di votare il vicepresidente. E' accaduto nel 1800, nel 1824 e nel 1836.
Grandi elettori, un sistema che viene da lontano
Ma perché alla base dell'elezione del presidente c'è una procedura, per certi versi, così macchinosa? Si tratta di un metodo che è frutto dei compromessi e delle esigenze storiche con cui fecero i conti i padri fondatori del sistema politico Usa, i quali vollero trovare una modalità che permettesse di individuare nel presidente una figura di unità nazionale senza che questo compito fosse direttamente a carico del Congresso.
Obama contro Romney... Ma chi può diventare presidente?
I due contendenti si chiamano Barack Obama e Mitt Romney. Ma chi, concretamente, può candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti? Le regole sono poche e semplici: può ambire alla Casa Bianca qualsiasi americano che abbia compiuto i 35 anni, che sia nato negli Usa e che vi risieda da almeno 14 anni. Il 6 novembre, chi vincerà tra Obama e Romney guiderà gli United States of America fino al 2016.