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Sandy e il voto negli Usa: elezioni a rischio rinvio?

Il portavoce della Casa Bianca Jay Carney prevede uno scenario mai avvenuto prima

30 Ott 2012 - 23:08
 © Ap/Lapresse

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A una settimana dalle elezioni l'uragano Sandy sta mettendo in secondo piano la corsa alla Casa Bianca. In molte zone il voto anticipato per corrispondenza è stato interrotto e si è arrivati a pensare di posticipare le elezioni. Ci vorranno giorni per ripristinare l'elettricità nelle oltre 8 milioni di case ed esercizi commerciali colpiti sulla East Coast. Un problema che influirà non poco durante l'Election Day di martedì prossimo nelle circoscrizioni dove il voto avviene con le urne elettroniche. Secondo il portavoce della Casa Bianca Jay Carney la situazione è molto complessa.

È possibile che il 6 novembre non sia più la data delle elezioni Usa?
Sì, ma è molto improbabile e comunque non dipende dal Presidente in carica. È il Congresso che stabilisce la data delle elezioni - il martedì dopo il primo lunedì di Novembre ogni quattro anni. Lo stesso Congresso potrebbe cambiare la data entro la prossima settimana ma sarà difficile perchè i legislatori hanno sospeso la loro attività e sono tornati nei loro distretti per essere rieletti. Si tratterebbe poi di cambiare la data per tutto il Paese e non solo negli stati colpiti dall'uragano Sandy. Questo avrebbe gravi ripercussioni a livello economico: anche alcune elezioni locali sono state fissate il 6 novembre e cambiare data significherebbe votare in due giorni diversi con una spesa raddoppiata che può far saltare i budget delle amministrazioni.

Sarebbe possibile modificare la data solo negli stati colpiti?
Certo, ma è una questione complessa. Gli stati sono i responsabili delle loro elezioni e solo loro possono decidere come reagire in casi di emergenza. La legge federale dice che se uno stato non riesce a organizzare le elezioni nel giorno stabilito da Congresso, le può fissare in una data successiva. Il fatto è che le leggi dello stato e quelle federali non sempre vanno d'accordo. Il Governatore della Virginia Bob McDonnell per esempio ha ricordato che le leggi del suo stato non gli conferiscono l'autorità di fissare in data diversa le elezioni presidenziali.

È mai successo che le elezioni siano state posticipate?
Sì, ma mai quelle presidenziali. L'11 settembre 2011 a New York si stavano tenendo le primarie del sindaco della città ma furono posticipate. Anche dopo l'uragano Katrina del 2005, il governatore della Lousiana ha cambiato la data delle elezioni municipali di New Orleans visto che i seggi elettorali non erano pronti.

Può essere fatto qualcos'altro per fronteggiare l'emergenza, oltre a posticipare l'Election Day?
L'ora del voto può essere prorogata. Nei seggi dotati di urne elettorali si posssono reintrodurre momentaneamente le schede elettorali di carta. Si potrebbe poi decidere di spostare le cabine elettorali dei luoghi colpiti se queste sono state danneggiate o non hanno elettricità.

Queste opzioni potrebbero creare ulteriori problemi?
Certo. Se l'orario delle votazioni venisse prolungato, a causa di una legge votata dal Congresso in seguito a una disputa nata dopo le elezioni del 2000, ogni elettore che si presenta fuori dall'orario di voto stabilito dovrà usare schede elettorali provvisiorie, che saranno contate più tardi. Sandy si è abbattuto in alcuni stati chiave come la Virginia e l'Ohio. Più saranno le schede elettorali provvisorie in circolo più aumenteranno i giorni o le settimane di attesa per sapere il nome del nuovo inquilino della Casa Bianca. C'è anche un'altra questione che ha messo in primo piano Neil Malhotra, esperto di economia politica alla Stanford University. Se interrompi una routine e sposti le cabine elettiorali da dove sono sempre state, la gente voterà di meno.

Cosa può fare il governo federale?
Craig Fugate, amministratore del Federal Emergency Management Agency, ha detto lunedì che l'impatto dell'uragano potrà influenzare le elezioni. Ha aggiunto che l'agenzia si adopererà per fornire il supporto adeguato a chi ne ha bisogno. Ma tutto dipenderà dal volere degli stati.

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