Curiosa denuncia al Consiglio ticinese
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Tutto il mondo è paese, ma in Svizzera, forse, lo è un po' di meno. A cominciare dalla politica e dalle problematiche di sprechi, appropriazioni indebite, soprusi e tutto ciò che spesso il potere porta con sé. Mentre in Italia esplode lo scandalo delle Regioni, in Svizzera i parlamenti cantonali hanno altri problemi, che magari indignano meno l'opinione pubblica, ma sufficienti evidentemente a fare discutere.
Basta leggere l'edizione online del "Corriere del Ticino" per capire l'accaduto: ''Lunedi' 15 ottobre e' misteriosamente scomparso nel corridoio del Gran Consiglio il mio ombrello giallo leopardato. Avvisatemi se vedete in giro un/a collega coll'ombrello del Festival di Locarno: potrebbe essere il mio''. Firmato, su Facebook, dall'ecologista Greta Gysin, ma il suo caso non e' che l'ultimo in ordine cronologico avvenuto nel corridoio che porta all'aula del Gran Consiglio (il parlamento cantonale ticinese), dove i parlamentari lasciano giacca, cappello e, appunto, ombrello nelle giornate uggiose.
La scomparsa piu' singolare e' quella dell'ombrello del popolare democratico Carlo Luigi Caimi. Al termine della seduta Caimi ha avuto la brutta sorpresa: il suo ombrello non c'era piu'. La questione e' arrivata al presidente del Gran Consiglio, Michele Foletti, che ha chiesto una 'informativa' scritta al deputato su modello e colore dell'oggetto, nonche' sull'orario della scomparsa. Poi ha annunciato all'assemblea che il 'colpevole' sarebbe comunque stato scoperto grazie alle registrazioni delle telecamere di sicurezza. A quel punto il ladro di ombrello si e' autodenunciato. Il socialista Gianrico Corti ha confessato di essere l'autore del furto, ma con un'attenuante: il suo ombrello era scomparso e, quindi, aveva preso quello del collega. Che, peraltro, ha giurato, era ''uguale''. Adesso ci manca solo che si dimetta, così a noi - "vicini di casa" italiani - il sorriso provocato da vicende come queste potrebbe trasformarsi in una smorfia amara.