Da anni si faceva chiamare Lana Peters. Era fuggita dall'Urss nel 1967. "Non puoi rammaricarti per il tuo destino - ripeteva - ma io mi rammarico del fatto che mia madre non abbia sposato un falegname".
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Svetlana Stalina, unica figlia femmina di Stalin, è morta negli Stati Uniti il 22 novembre all'età di 85 anni, ma la notizia è stata diffusa solo oggi. La donna, che da anni si faceva chiamare Lana Peters, era fuggita dall'Urss nel 1967; in diverse occasioni aveva affermato di odiare il proprio passato: "Non puoi rammaricarti per il tuo destino - spiegava - ma io mi rammarico del fatto che mia madre non abbia sposato un falegname".
La sua vita è stata avvolta dal silenzio. Persino le pompe funebri che che hanno organizzato il funerale si sono rifiutate di confermare o smentire la notizia.
Svetlana lascià l'Urss nel 1967. Prima andò in India e poi negli Usa, dove sposò un architetto americano, Wesley Peters, morto nel 1991, dal quale, all'età di 46 anni, ebbe una figlia, Olga. Nel 1982 con la ragazza di trasferì in Gran Bretagna, poi tornò per un breve periodo a Mosca ed, infine, nel 1987, ottenne un permesso permanente di residenza nel Regno Unito, dove ha vissuto anche in un ostello per poveri a Londra.
In diverse occasioni, dopo la fuga da Mosca, affermò di odiare il suo passato e di sentirsi schiava di circostanze straordinarie. Per tagliare definitivamente i ponti con il passato, e con il famigerato nome del padre, scrisse due autobiografie, che hanno avuto grande successo.
In un'intervista pubblicata nel 2010 dal Wisconsin State Journal confidò che il padre le aveva "rovinato la vita". "Dovunque vada, qui, in Svizzera, in India, non importa dove. In Australia, su un'isola. Sarò sempre la prigioniera politica del nome di mio padre". Di Stalin disse: "Era un uomo semplice. Rozzo, molto crudele. Nulla in lui era moderato. Era molto semplice con noi. Mi voleva bene e voleva che diventassi una marxista ben educata".