Da quando aveva 27 anni guidava la Libia
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Capitano, autoproclamatosi colonnello, Muammar Gheddafi e' il piu' longevo leader del mondo arabo. Nato a Sirte, in Libia, 68 anni fa, guida il Paese da 41 anni, da quando il primo settembre del 1969 rovescio' con un colpo di Stato re Idris. Da allora, aveva 27 anni, e' ufficialmente la "Guida della grande rivoluzione della Grande Jamahiriya araba libica popolare e socialista", introducendo un neologismo per indicare un "governo governato dalle masse".
Leader controverso, non vanta un sostegno condiviso tra i capi di Stati arabi e sulla scena internazionale, anche per aver offerto appoggio a movimenti radicali per combattere quello che lui ha definito "l'imperialismo occidentale". Ultimo figlio di una famiglia di Beduini, Gheddafi e' cresciuto con il mito del presidente egiziano Gamal Abdel Nasser e il suo sogno e' sempre stato quello di promuovere l'unita' araba.
Gheddafi ebbe una svolta politica negli anni Ottanta: la sua indole anti-israeliana e anti-americana lo porto' a sostenere gruppi terroristi, quali per esempio l'irlandese IRA e il palestinese Settembre Nero. Fu anche accusato dall'intelligence statunitense di aver organizzato degli attentati in Sicilia, Scozia e Francia, ma si dichiaro' sempre innocente. Si rese anche responsabile del lancio di un missile contro le coste siciliane, fortunatamente senza danni. Il 21 dicembre del 1988 un aereo passeggeri esplode sopra la cittadina scozzese di Lockerbie: muoiono tutte le 259 persone a bordo, oltre a 11 abitanti. L'Onu attribuisce alla Libia la responsabilità dell'attentato e chiede l'estradizione di due suoi cittadini. Gheddafi rifiuta e le Nazioni Unite approvano la risoluzione 748, che sancisce un pesante embargo economico contro la Libia. I sospettati vengono poi consegnati nel 1999 e l'embargo viene quindi ritirato.
Dopo l'11 settembre Gheddafi si riavvicina agli Usa e alle democrazie occidentali. George W. Bush decide allora di togliere la Libia dalla lista degli “Stati Canaglia”. Nel 2004 il Mossad, la Cia e il Sismi trovano le prove di un possesso libico di armi di distruzione di massa. Stati Uniti e Italia pongono un ultimatum a Gheddafi che accetta di liberarsi delle sue "armi di distruzione di massa", inviando negli Stati Uniti navi con a bordo le centrifughe per l'arricchimento dell'uranio che aveva acquistato per dotarsi dell'arma atomica.
Il riavvicinamento a Roma, verso la quale aveva più volte utilizzato toni accusatori per le vicende coloniali, è sancito da diverse visite ufficiali tra il capo libico e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dalla firma nel 2008 di un Trattato di Amicizia tra Libia e Italia.