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Attentato in Libano, feriti sei militari italiani

Un ordigno esplosivo ha colpito un convoglio dellʼOnu su una strada a sud di Sidone

Afp

Un veicolo di peacekeeper italiani delle Nazioni Unite è stato colpito durante un attentato nel sud del Libano.

Sei militari sono rimasti feriti,come ha riferito Massimo Fogari, portavoce dello Stato maggiore della Difesa. Un ordigno è esploso al passaggio di un mezzo dei caschi blu della missione Unifil II, sulla superstrada a sud di Sidone (città portuale 40 km a sud di Beirut) nei pressi del fiume Awwali.

L'ordigno esploso ha fatto saltare in aria il veicolo sopra il quale i militari italiani stavano viaggiando, diretti verso la città portuale di Sidone. I sei soldati non sono in pericolo di vita, come ha detto Andrea Tenenti, portavoce ufficiale della missione Onu schierata nel sud del Libano. "Il ferito più grave è stato operato e a quanto ci risulta è fuori pericolo. Gli altri cinque sono feriti in modo più lieve", ha detto Tenenti.

La Russa: gravi due tra i sei feriti
"Sono sei i soldati italiani rimasti feriti, due dei quali in modo grave, nell'attentato che ha colpito il convoglio Unifil in Libano". Lo ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa, parlando a Milano. "Dei due feriti gravi - ha aggiunto il ministro - uno rischia di perdere un occhio mentre l'altro ha una lacerazione alla carotide ed è già stato operato".

La dinamica
I sei militari italiani rimasti feriti sono quattro campani e due pugliesi: i primi in servizio presso il 10° Reggimento di manovra (Rema) di Persano, in provincia di Salerno, e gli altri presso il Reggimento Trasporti (Retra) di Bari. Tutti fanno parte dell'aliquota logistica del contingente italiano: erano stati a Beirut, dove avevano accompagnato un convoglio fino al porto. L'ordigno era stato nascosto dietro la barriera di cemento armato sul ciglio della superstrada che collega la capitale al porto meridionale, secondo il racconto della tv libanese Future Tv, la prima a diffondere le immagini del luogo dell'attentato. Il convoglio, secondo l'inviato dell'emittente, era composto da quattro veicoli e la deflagrazione ha colpito l'ultima auto, con targa "Unifil-8377". Sembra che l'ordigno sia stato azionato a distanza.

Frattini: ridurre i soldati in Libano
"L'Italia è intenzionata a ridurre gradualmente la presenza del suo contingente in Libano - ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini -. E' evidente che si tratta di una decisione che va comunicata in sede Onu perché questa non è una missione italiana, ma una missione delle Nazioni Unite". "L'italia è vicina ai suoi militari" impegnati nella missione Unifil alla quale "dobbiamo un contributo decisivo alla stabilità in una delle aree più sensibili della regione mediorientale", ha detto inoltre il ministro commentando le notizie arrivate dal Libano.

Berlusconi: siamo vicini ai nostri ragazzi
"Apprendo la notizia dell'attentato contro i mezzi delle Nazioni Unite (Unifil) in Libano, che ha causato il ferimento di caschi blu italiani. Siamo vicini ai familiari dei feriti e ai nostri ragazzi impegnati nella missione di pace e auguriamo loro una pronta guarigione". E' questa la dichiarazione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi diffusa da Palazzo Chigi dopo l'attentato.

Calderoli: "Ritiriamoci"
"Per primo ho chiesto il ritiro dalla missione in Libano. Continuo a ritenere che le missioni nelle quali siamo impegnati siano troppe ed in troppi Paesi: in alcune realtà siamo addirittura più rappresentati degli Stati Uniti". Così il ministro della Semplificazione ed esponente della Lega Nord, Roberto Calderoli, insiste sul ritiro italiano dal Libano. "Da tempo - prosegue - abbiamo sollecitato il governo a rivisitare le nostre missioni. Risultano incompatibili con lo stato dei conti pubblici a causa della crisi economica internazionale".