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Afghanistan, proteste contro i talebani: morti | Continuano i voli di evacuazione

Gli estremisti islamici sparano sulla folla che sventola la bandiera nazionale. Erdogan: "La Turchia non sarà il deposito migranti dell'Ue"

Nella festività dell'indipendenza dal controllo britannico, in diverse città dell'Afghanistan gruppi di persone hanno sfidato i talebani, protestando contro il loro ritorno al potere. Come il giorno precedente, le sporadiche manifestazioni sono state represse con violenza, causando vari morti. I gruppi hanno sfilato sventolando la bandiera nazionale, o tentato di sostituire quelle bianche issate dai talebani nei luoghi conquistati.

Intanto, i ministri degli Esteri del G7 si sono riuniti e hanno lanciato avvertimenti e moniti agli estremisti islamici. Hanno chiesto il rispetto dei diritti di ogni persona e "negoziati inclusivi" sul futuro del Paese, la protezione dei civili e lo stop alle rappresaglie violente. Inoltre, che il Paese "non diventi base di una minaccia terroristica alla sicurezza internazionale".

 

 

I ministri delle potenze mondiali hanno chiesto anche una "risposta internazionale" comprensiva e promesso impegno per "cercare di garantire una soluzione politica inclusiva", assicurando l'impegno alle evacuazioni dal Paese e chiedendo ai talebani di consentirle. La Turchia non ha intenzione di diventare il "deposito migranti dell'Europa". E' la posizione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. "Il nostro obiettivo è prima di tutto la stabilità e la sicurezza" dell'Afghanistan e, "se ce ne sarà bisogno, incontreremo il governo formato dai talebani".

 

A Kabul, una carovana di auto ha sfilato vicino all'aeroporto, da giorni preso d'assalto da afghani che sperano di fuggire, sventolando le bandiere nazionali nere, rosse e verdi, ormai diventate simbolo di resistenza. Nella provincia di Nangarhar, almeno un dimostrante è stato ferito da uno sparo, mentre in quella di Khost i talebani hanno imposto un coprifuoco di 24 ore dopo aver represso una protesta. A Jalalabad gli estremisti hanno aperto il fuoco sulla folla, che ha abbassato la bandiera talebana, e almeno una persona è stata uccisa.

 

 

Almeno un'altra era stata uccisa il giorno prima ad Asadabad. Le proteste, seppur sporadiche, sono un coraggioso segnale di sfida agli estremisti, mentre dall'ultima provincia non ancora nelle loro mani, il Panshir, l'opposizione annuncia la resistenza armata sotto lo stendardo dell'Alleanza del Nord. Ad annunciarlo è stato Ahmad Massoud, figlio del defunto 'Leone del Panshir' Ahmad Shah Massoud, leader dell'Alleanza che collaborò con gli Usa nel 2001. Massoud ha lanciato un appello ai Paesi occidentali perché forniscano loro armi con cui resistere.

 

A Bamiyan si torna ad abbattere le statue: dopo i Buddha tocca al monumento dedicato a un eroe sciita anti talebani

La statua di un eroe sciita anti talebano, Abdul Ali Mazari, è stata abbattuta dagli insorti a Bamiyan. Lo hanno reso noto gli abitanti della città. Si tratta di un ex leader politico Hazara, la minoranza sciita in Afghanistan. E sembra di essere tornati indietro al 12 marzo 2001 quando i talebani a cannonate distrussero due enormi statue di Buddha scolpite nelle pareti di roccia della valle di Bamiyan. Due enormi opere d'arte: una era alta 38 metri e risaliva a 1.800 anni fa, l'altra era alta 53 metri ed aveva 1.500 anni.

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Continuano nel frattempo a mancare chiarimenti da parte dei talebani, dopo la conferenza stampa in cui hanno vagamente annunciato che governeranno secondo la sharia, mentre gli estremisti dialogano con membri degli ex governi di Kabul, tra cui l'ex presidente Hamid Karzai, sulla formazione di un futuro governo. Dopo le drammatiche scene delle persone precipitate dai voli in partenza, il terrore della popolazione è arrivato in Occidente anche nelle immagini delle madri che passavano ai soldati stranieri i propri figli al di là del muro di cinta dello scalo.

 

 

Da Kabul arrivano notizie di caccia alle persone casa per casa, cartelloni pubblicitari imbrattati per cancellare le immagini femminili, totale assenza nelle strade delle donne, da giorni nascoste nelle case. Un documento Onu, visionato da Bbc, avverte: i talebani hanno intensificato la caccia a tutte le persone che hanno lavorato e collaborato con Nato e forze Usa, minacciano di uccidere e arrestare i loro familiari, se non si arrenderanno.

 

Nel frattempo, all'aeroporto continuano i voli di evacuazione, ma l'accesso allo scalo resta difficile. I talebani hanno istituito posti di blocco e ostacolano il passaggio ai civili, mentre la folla si accalca all'esterno delle mura di cinta e i combattenti a tratti sparano per disperderla.

 

 

Gli Usa hanno detto di essere in contatto con i talebani per assicurare il passaggio di chi dovrà uscire dal Paese. Il generale statunitense Hank Taylor ha informato di aver evacuato 7mila persone dal 14 agosto e di avere mezzi per portarne via tra 5mila e 9mila al giorno. E il presidente Joe Biden, difendendo il ritiro, ha aggiunto che dei militari Usa resteranno nel Paese finché ogni statunitense sarà stato evacuato, anche oltre la data del 31 agosto, scelta come scadenza per il ritiro.

 

All'aeroporto di Fiumicino, intanto, è atterrato prima il Boeing KC767 dell'aeronautica militare con 202 afghani evacuati da Kabul: a bordo c'era anche l'attivista Zahara Ahmadi e le ricercatrici della Fondazione Veronesi. Poi è stata la volta del velivolo dell'Aeronautica militare con 194 passeggeri di nazionalità afghana evacuati. Così come avvenuto per l'arrivo di tutti gli altri profughi afghani, dopo lo sbarco avrà inizio la procedura di profilassi sanitaria anti-Covid.Il ponte aereo va dunque avanti ininterrottamente.

 

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