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Afghanistan, giornaliste vanno in onda a viso coperto dopo la "sfida" ai talebani

Le reporter delle principali reti televisive avevano deciso di non rispettare l'ordine di nascondere il volto, supportate anche dai loro direttori. Poi il dietrofront: "Hanno detto che avremmo perso il lavoro"

Avevano deciso di mostrarsi in tv a volto scoperto sfidando l'ingiunzione del governo dei talebani secondo cui avrebbero dovuto, come tutte le donne del Paese, coprirsi con un foulard.

Ma la protesta delle giornaliste delle principali reti televisive afghane è durata poco più di 24 ore: oggi il loro viso era nuovamente coperto. "Hanno detto che a qualsiasi presentatrice apparsa sullo schermo senza coprirsi sarebbe stato dato un altro lavoro".

Dunque, le stesse reti della protesta (TOLOnews, Ariana Television, Shamshad TV e 1TV) hanno dovuto fare un amaro dietrofront: "Abbiamo resistito e ci siamo opposte all'uso del velo integrale", ha dichiarato Sonia Niazi, presentatrice di TOLOnews - ma l'emittente ha subito pressioni".

 

All'inizio di maggio, il capo supremo dei talebani ha stabilito per legge l'obbligo per le donne di coprirsi completamente in pubblico, possibilmente con il burqa tradizionale, il Paese indietro di 20 anni:  avevano introdotto l'obbligo, secondo la lettura più rigida della legge islamica, la prima volta che furono al potere in Afghanistan, dal 1996 al 2001. Un obbligo contro il quale si sono opposte le giornaliste televisive, ma senza successo.

 

 

Il portavoce del ministero aveva minacciato di affrontare la questione con i loro responsabili (che le avevano sostenute) ricordando che "chi vive in un sistema e un governo particolare deve obbedire alle leggi e agli ordini di questo sistema".

 

I talebani hanno già stabilito che le donne che lavorano nel governo saranno licenziate se non rispettano il nuovo codice di abbigliamento, e gli stessi dipendenti maschi rischiano il posto se le mogli o le figlie non obbediranno.

 

Mentre, sul caso delle croniste, Mohammad Sadeq Akif Mohajir, portavoce del Ministero per la Promozione della Virtù e la Prevenzione del Vizio, ha dichiarato che le autorità non hanno intenzione di costringere le presentatrici a lasciare il loro lavoro: "Siamo felici che i canali abbiano esercitato correttamente la loro responsabilita'", ha dichiarato. 

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