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Afghanistan, "frustati dai talebani perché avevamo i jeans"

Due giovani, accusati di "non rispettare l'Islam", sono riusciti a scappare mentre gli altri sono stati aggrediti e minacciati con una pistola

kabul talebani
Ansa

Alcuni giovani afghani hanno denunciato di essere stati frustati dai talebani perché indossavano i jeans. In un post su Facebook, un ragazzo afghano ha raccontato che stava camminando con alcuni amici a Kabul quando alcuni talebani li hanno fermati, accusandoli di "non rispettare l'Islam". Due giovani sono riusciti a scappare mentre gli altri sono stati picchiati, frustati e minacciati con una pistola.

Il quotidiano afghano Etilaatroz ha denunciato nel weekend che anche uno dei suoi giornalisti è stato picchiato perché non indossava "abiti afghani". E ci sono state altre segnalazioni di giovani presi di mira per aver indossato magliette e jeans.

 

 

"Come negli Anni Novanta" - Un funzionario talebano ha riferito che il movimento sta ancora decidendo il "nuovo" codice di abbigliamento per gli uomini. Entrambi gli incidenti, evidenza il quotidiano The Telegraph, "rinnovano la preoccupazione che poco sia cambiato" nel regime talebano dalla fine degli Anni Novanta, quando "era normale che gli afgani catturati senza abiti religiosi venissero picchiati o addirittura uccisi". Durante il primo periodo del loro controllo sull'Afghanistan, terminato con l'invasione statunitense del 2001, i talebani erano noti per la misoginia, l'estremismo religioso e le punizioni brutali.

 

Kabul torna in mano ai talebani: l'immediato "cambio d'abito" della giornalista CNN

Due immagini, scattate a distanza di 24 ore, che come si dice in alcuni casi "valgono più di mille parole". Quella mostrata in foto è la giornalista della CNN Clarissa Ward: il 15 agosto si è collegata in diretta dall'Afghanistan con i capelli raccolti e una sciarpa rossa arrotolata su una giacca dai colori pastello. Il giorno seguente, dopo che i talebani hanno conquistato Kabul, Ward era in strada con il volto coperto dall'hijab, mentre continuava a raccontare per l'emittente americano la situazione nella capitale. 

 

Nel frattempo, si moltiplicano gli appelli per aprire corridoi umanitari così da portare in salvo molte donne che rischiano di vedere limitate le loro libertà, anche se il portavoce dei talebani ha assicurato che "potranno uscire di casa e studiare”.

 

Con il meme diventato virale, Clarissa Ward si è sentita in dovere di fare una precisazione. "C'è una differenza ma non così netta (tra ieri e oggi, ndr)", scrive su Twitter.  "Questo meme è impreciso, - spiega. - La foto in alto è all'interno di un compound privato. L'altra è per le strade di Kabul in mano ai talebani. Prima indossavo sempre un foulard per la strada a Kabul, anche se non con i capelli completamente coperti e l'abbaya".

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Le donne che infrangevano le regole dei talebani venivano regolarmente fustigate o giustiziate. Costrette a indossare il burqa dall'età di otto anni, non potevano neanche lavorare, andare a scuola o uscire di casa se non accompagnate da un uomo di famiglia. A Kandahar le donne che si dipingevano le unghie erano passabili del taglio delle dita e vigeva il divieto di indossare scarpe con il tacco in quanto "nessun estraneo dovrebbe sentire i passi di una donna".

 

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