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"El Chapo", dopo la cattura inizia la battaglia legale per l'estradizione negli Stati Uniti

Lʼiter, secondo le autorità messicane, potrebbe durare almeno un anno, ma tra ricorsi e contro ricorsi potrebbero passare fino a sei anni prima della consegna agli Usa del boss del narcotraffico

dal-web

Il processo di estradizione di Joaquin "El Chapo" Guzman potrebbe durare "un anno o di più".

Lo ha detto il capo dell'ufficio messicano per le estradizioni, Manuel Merino. La Procura generale messicana ha confermato di aver comunicato formalmente agli avvocati del boss del narcotraffico le richieste presentate a giugno e agosto dalla giustizia statunitense, dando inizio così al ricorso legale che potrebbe portare Guzman in un carcere americano.

"El Chapo", dopo la cattura inizia la battaglia legale per lʼestradizione negli Stati Uniti

Ma tra ricorsi e contro ricorsi i tempi potrebbero dilatarsi fino a sei anni - Se infatti "il ministero degli Esteri considerasse che vi sono elementi sufficienti per dare il via libera all'estradizione" i legali di Guzman potrebbero presentare ricorso e dopo la decisione del tribunale spetterebbe di nuovo al Ministero adottare una decisione definitiva, anch'essa contestabile in appello.

Per portare a termine l'intero iter, iniziato domenica con la consegna a Guzman di due mandati dell'Interpol, potrebbero quindi volerci fino a sei anni, in base ai precedenti per casi analoghi.

Legali del "Chapo" pronti a dare battaglia contro l'estradizione - I legali del "Chapo" si sono di fatto impegnati a presentare una "dura" battaglia contro l'estradizione, che potrebbe approdare fino alla Corte Suprema, per il semplice motivo che Guzman rischia negli Stati Uniti la pena di morte; questione che non preoccupa più di tanto il governo messicano, disposto ora a rinunciare a un processo, considerato in passato come dimostrazione patriottica, pur di evitare il rischio di una nuova, clamorosa evasione.

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