IL DIETROFRONT

Stadia cambia strategia e abbandona lo sviluppo di videogiochi: cosa significa per la piattaforma di Google

I due team impegnati nella realizzazione di videogame first-party chiudono i battenti: Jade Raymond, creatrice di Assassin's Creed, saluta la casa di Mountain View

02 Feb 2021 - 10:49
 © IGN

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È arrivato come un fulmine a ciel sereno l'annuncio da parte di Google di alcuni cambiamenti che influenzeranno il futuro di Stadia, la piattaforma di cloud gaming che permette di acquistare un videogioco e di giocarlo su qualsiasi dispositivo, si tratti di PC, smartphone, tablet o la TV di casa: il colosso di Mountain View ha ufficializzato la chiusura dei due studi impegnati nello sviluppo di giochi esclusivi e la volontà di cambiare filosofia rispetto ai piani originali.

In un lungo post di spiegazioni, il vicepresidente e responsabile di Stadia Phil Harrison, un veterano dell'industria dei videogiochi con trascorsi tra le fila di Atari, Microsoft e Sony, ha svelato la chiusura dei team Stadia Games & Entertainment con sede a Montréal e Los Angeles. Una mossa che, a detta del portale Kotaku, graverà sul futuro di oltre 150 dipendenti.

Google ha confermato la volontà di ricollocare all'interno delle sue numerose divisioni tutti i dipendenti colpiti dalla chiusura dei due studi, tuttavia resta da stabilire quanti accetteranno di lavorare a settori completamente differenti da quello videoludico dopo aver sposato la causa di Stadia. C'è chi, come Jade Raymond, ha deciso prontamente di abbandonare la nave: la responsabile dello sviluppo di esclusive per la piattaforma di cloud gaming di Google, tra le menti dietro all'originale Assassin's Creed insieme a Patrice Désilets, ha infatti confermato la volontà di inseguire nuove opportunità professionali e lasciare di conseguenza l'azienda.

Cosa succederà a Stadia? Per il momento il gigante della Silicon Valley ha confermato la volontà di mantenere la stessa strategia: Google continuerà a proporre l'abbonamento Stadia Pro a fronte di un canone mensile, consentendo così agli abbonati di godere di caratteristiche esclusive (ad esempio, il supporto alla tecnologia HDR o alla risoluzione Ultra-HD 4K), mentre tutti i giochi esclusivi già in lavorazione e con data di lancio prevista entro la fine del 2021, arriveranno verosimilmente nei termini concordati.

Tuttavia, Google non punterà più sulla produzione di videogiochi esclusivi: l'azienda sottolinea come il costo di sviluppo di un singolo titolo sia sempre più elevato e che preferisce optare per una strada diversa, arrivando a offrire la tecnologia alla base della sua piattaforma di streaming a chiunque fosse interessato. Ciò significa che Google continuerà a puntare su Stadia come "servizio" da offrire su licenza ai publisher interessati a proporre un servizio di streaming per i propri titoli, si pensi ad esempio colossi come Activision, 2K Games, Electronic Arts e altri big dell'industria dei videogiochi che, tramite l'infrastruttura di Stadia, potrebbero ampliare i propri servizi offrendo lo streaming diretto dei titoli tramite un'app, chiaramente a fronte di un abbonamento mensile. Pensate a un servizio tipo Netflix, Amazon Prime o Disney Plus, ma da parte di un singolo publisher di videogiochi e destinato a tutti i titoli inclusi nel portfolio di quell'azienda.

Si tratta di un dietrofront non indifferente per una piattaforma che aveva promesso di rivoluzionare il mondo dei videogiochi, tuttavia la mossa di Google non sorprende: Stadia non è mai riuscita a sfondare in un settore sorprendentemente ancorato a "vecchie tradizioni", e in tal senso nemmeno la più recente mossa di garantire gratuitamente un bundle di Chromecast e controller di Stadia con l'acquisto di Cyberpunk 2077 è evidentemente riuscita a fare la differenza.

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