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Yakuza: la saga arriva al sesto capitolo

Una serie amatissima dagli appassionati dei videogiochi giapponesi: capiamo insieme perché

Yakuza: la saga arriva al sesto capitolo - foto 1
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I videogiochi hanno, fra le tante cose, il potere incredibile di far visitare luoghi strani e incredibili, limitati solo dalla fantasia degli sviluppatori.

Grazie alle nostre console, però, possiamo visitare anche anche destinazioni più terrene, ma allo stesso tempo intriganti per noi occidentali, come il Giappone. Yakuza è la serie perfetta per farlo; nonostante il titolo suggerisca il contrario, man mano che la saga è proseguita negli anni le vicissitudini della mafia giapponese sono diventate quasi un contorno, un pretesto narrativo per riportarci a vivere per le strade della Terra del Sol Levante.

Cos'è Yakuza? Nata su PlayStation 2 nel 2005 dalla bizzarra mente di Toshihiro Nagoshi, la serie ha come protagonista Kazuma Kiryu, giovane criminale che imparerà presto a tenersi lontano dal mondo della malavita, ma che per un motivo o per l'altro si ritroverà sempre a doverci a che fare, per salvarsi la vita, per chiudere i conti col passato o per proteggere qualcuno a lui caro.

Ogni capitolo è strutturato come un mondo aperto. In ogni titolo della serie c'è sempre il quartiere di Kamurocho, a volte affiancato da altre ambientazioni, ma è lì che troviamo il cuore delle vicende. Riprende gli aspetti cardine del quartiere di Kabuchiko, che alterna negozi pieni di luci scintillanti, sale giochi e ristoranti, ma che presenta anche un'altra faccia fatta di vicoli bui, senzatetto, locali a luci rosse e piccoli criminali. È la doppia faccia di ogni società che però in Giappone sembra convivere naturalmente a pochi metri di distanza. E qui sta la chiave di Yakuza, la capacità di far immergere il giocatore in un'ambientazione tipicamente orientale: il Giappone, insomma, te lo fa vivere. Controllando Kazuma, superate le fasi introduttive, potremo girare liberamente per la città assaporando tutto quello che la cultura nipponica può offrire.

Yakuza: la saga arriva al sesto capitolo - foto 2
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Per chi non ama invece perdersi in una sorta di vita parallela e preferisce seguire una bella storia, i giochi della serie Yakuza offrono anche questo. Kazuma risolve tutto con i cazzotti, dato che la serie è un'evoluzione dei vecchi picchiaduro a scorrimento, in cui bisognava andare dal punto A al punto B pestando chiunque si incontrasse sul proprio cammino. Tradimenti, intrighi, omicidi misteriosi di cui bisogna scoprire il colpevole e lo scopo: Yakuza è un thriller con contaminazioni da film d'azione. Ovviamente tutto esasperato come succede sempre nei prodotti giapponesi, dove il realismo visivo lascia presto il posto ad acrobazie o combattimenti al limite del possibile. C'è anche un certo gusto per il tragico, in un mondo che non lascia scampo come quello della malavita. Il messaggio che lancia la serie, infatti, non è mai pro-yakuza, ci mancherebbe, anzi, scava a fondo in un sistema criminale amalgamato con la politica e il governo del Giappone stesso, delle forze dell'ordine, romanzando il tutto ma non andando così lontano dalla realtà.

Yakuza: la saga arriva al sesto capitolo - foto 3
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Godersi entrambi gli aspetti, quello ludico e quello narrativo, sarebbe la cosa migliore. Ma se cercate soltanto una delle due esperienze, Yakuza può darvela tranquillamente. Prendiamo Yakuza 6 – The Song of Life, in uscita il 17 Aprile su PlayStation 4 (la serie Yakuza è esclusiva delle console di Sony). È il primo titolo della serie sviluppato apposta per la console di attuale generazione, visivamente è bellissimo e passeggiare per le strade di Tokyo non è mai stato così realistico. Il titolo è l'ultimo con protagonista Kazuma, ma anche se fosse il vostro primo Yakuza non preccupatevi, è pieno di riassunti e una delle cose che rendono fantastica la serie è il fatto che ogni capitolo racconta una storia diversa. Sistemate le cose che lo collegano al quinto capitolo nella prima mezz'ora, il gioco riparte con una nuova storia. Un giallo fra l'altro, che non ha bisogno di conoscenze pregresse per poter essere apprezzato.

Yakuza 6 permette di esplorare sia Kamurocho, il già citato quartiere di Tokyo, che una piccola cittadina di mare che riproduce quasi fedelmente l'odierna Hiroshima, famosa per la tragedia avvenuta alla fine della Seconda Guerra mondiale, ma che oggi appare come una località tranquilla che si è lasciata alle spalle gli orrori passati. Questo permette davvero di avere in mano tutte le sfaccettature del Giappone, dalla città alla provincia, dagli enormi grattacieli alla tranquillità di un molo su cui fermarsi a pescare al tramonto. Kazuma si muoverà in questi luoghi cercando di ritrovare Haruka, una bambina orfana che ha cresciuto, ora adulta, scomparsa dopo la nascita di suo figlio.

I luoghi in cui ci si muove permettono di fare di tutto. Ci sono i ristoranti tipici, con veri cibi giapponesi rappresentati alla perfezione. C'è un club karaoke dove premendo i tasti a ritmo potremo far cantare il nostro protagonista. Nelle sale giochi sono presenti veri cabinati con titoli realmente esistenti a cui possiamo giocare. C'è il bowling, il baseball, sale da poker e altri giochi d'azzardo, compresi alcuni passatempi giapponesi come gli shogi, che sembrano simili alla dama o agli scacchi ma che sono molto più complicati di quanto non appaiano. Ci sono anche locali dove ballare e pure intrattenersi con delle hostess: la tradizione giapponese da sempre propone queste “ragazze immagine” che accompagnano i clienti ai tavoli, occhio a non sperperare così tutto il denaro, però. In Yakuza 6 tornano anche le popolari corse con le macchine telecomandate, così come i tornei di arti marziali da affrontare una volta ben allenati. C'è davvero tanto tanto da fare e il gioco può arrivare a centinaia di ore di contenuti, se ci si mette in testa di esplorarlo tutto.

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L'unica vera nota dolente per alcuni potrebbe essere la mancata localizzazione nella nostra lingua. Escluso il primissimo capitolo su PlayStation 2, la serie è tutta in lingua inglese, cosa che spesso scoraggia i meno avvezzi alle lingue straniere dall'avvicinarsi alla saga. Ma anche qui sappiate che fareste un grande errore a lasciarvi spaventare da questo aspetto: anche se non siete bravi con la lingua anglosassone, c'è la possibilità di bloccare il gioco in qualsiasi momento per tradurre meglio alcune frasi e anche grazie ai discorsi molto ridondanti (tipico del Giappone) non mancheranno i concetti ripetuti più volte, che possono aiutare a comprendere meglio cosa succede. Insomma, a costo di saltare i video e prenderlo solo come un giro in Giappone, date una possibilità a Yakuza 6 – The Song of Life: potrebbe regalarvi uno splendido viaggio in oriente.

 


 

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