Un re senza corona unificherà il mondo e diventerà il più grande sovrano di tutti i tempi
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Ni No Kuni: La Minaccia della Strega Cinerea è stato l'acclamato JRPG della scorsa generazione di console. La sua lavorazione ha visto nientemeno che Studio Ghibli a occuparsi di artwork e animazioni, includendo poi fra gli artirsti il character designer Yoshiuki Momose e il compositore Joe Hisaishi - entrambi coinvolti nello sviluppo di lungometraggi animati quali La Tomba dele Lucciole e La Città Incantata. La bravura conclamata di Studio Ghibli e il doppiaggio di alto livello hanno contribuito a elevare Ni No Kuni: La Minaccia della Strega Cinerea da "semplice" JRPG a un'esperienza essenziale per chiunque possedesse PlayStation 3. Un piccolo gioiello di cui, però, non sapevamo se avremmo mai visto un sequel né soprattutto se sarebbe riuscito a mantenere i medesimi notevoli standard dell'originale. O forse addirittura superarli.
C'ERA UNA VOLTA Ni No Kuni: La Minaccia della Strega Cinerea è stata una storia accattivante, tragica e a tratti esilarante, capace di divertirci e coinvolgerci dal profondo del cuore nelle avventure di Oliver e Lucciconio - cui, nell'adattamento italiano, è stato attribuito il dialetto romano per mantenere una soarta di affinità con l'originale giapponese che parla il dialetto di Osaka, molto usato in TV e dai comici. Per questo la notizia di un sequel è stata accolta favorevolmente, perché la speranza di tornare a emozionarci come abbiamo fatto sei anni fa è sempre viva, sebbene in questo caso Studio Ghibli non sia più direttamente coinvolto. Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno si prospetta un gradito ritorno su PlayStation 4 di quelle atmosfere che ci hanno catturato a suo tempo e sembra fermamente intenzionato a superare il precedente successo.
La storia di Ni No Kuni II si ambienta prima degli eventi occorsi nel gioco principale e ruota attorno alla figura del giovane Evan Pettiwhisker Tildrum, sovrano del regno di Ding Dong Dell incoronato dopo l'uccisione del re suo padre. Il buon cuore di Evan e il suo senso del dovere lo renderebbero un ottimo regnante se il temperamento forse troppo istintivo non mettesse in dubbio agli occhi degli altri la sua competenza. Forte del clima di sfiducia che circonda il ragazzo, il ministro topo Chudyne ordisce una cospirazione che punta - con successo - a privarlo del trono e sottomettere così il regno al volere dei roditori. A Ding Dong Dell infatti convivevano pacificamente topi e gatti, prima che l'improvvisa detronizzazione per mano (o forse è meglio dire zampa) di Chudyne costasse a questi ultimi una feroce persecuzione.
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Evan, Roland e Tani si preparano ad affrontare un lungo viaggio per riportare la pace su Ni No Kuni.
Esiliato e separato dalla persona che per lui rappresentava ogni cosa, Evan prende la ferma decisione di diventare re, unificare il mondo di Ni No Kuni e fondare un suo regno. Ad accompagnarlo nella sua avventura, che per come ci viene presentata è un percorso alla scoperta di se stesso, un costante mettersi alla prova per crescere e dimostrare di essere meritevole (l'immancabile viaggio dell'eroe che fa da perno a molte avventure, prima fra tutte The Legend of Zelda), un uomo proveniente da un altro mondo: Roland è il presidente della contea di Ichi No Kuni, supportato dai suoi cittadini per le qualità di leader. Sebbene abbia quarantotto anni, nel mondo di Ni No Kuni ha l'aspetto di un ventenne e la sua spada è affilata tanto quanto è acuta la sua mente. Il senso di giustizia e la capacità di guardare sempre al futuro lo rendono la persona carismatica che è, nonostante a volte pecchi di cocciutaggine. Considerato il suo ruolo e le responsabilità a esso legate non è raro che si soffermi a domandarsi se quanto sta facendo sia giusto o se stia amministrando al meglio il proprio paese.
Assieme a loro troviamo Tani, la figlia dell'aviopirata Batu. Essendo stata cresciuta dal capo di una ciurma di fuorilegge, vanta una personalità molto forte. Le piacciono gli oggetti carini e femminili ma poiché questi si scontra con il suo personaggio, non lo mette troppo in mostra. Poiché Batu l'ha trovata e presa con sé quando era solo una bambina, fra i due non vi è nessun legame di sangue.
A chiudere il cerchio dei personaggi finora conosciuti ci sono gli Higgledies, altresì chiamati "spiriti dei cuori" poiché solo qualcuno dotato di un cuore puro è in grado di vederli: vanno a sostituire i Famigli del primo gioco e rappresentano il nucleo di ogni cosa. Gli Higgledies sono ovunque, nelle persone, negli animali, negli elementi della natura e possono offrire il loro potere a chi lo merita davvero. Sono degli utili alleati in battaglia ma sono anche in grado di raggiungere punti inaccessibili. Ma giudicare un libro dalla copertina!
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C'è sempre tanto da esplorare in Ni No Kuni.
È IL MIO TURNO! O FORSE NO? Sebbene Ni No Kuni II si affidi principalmente all'esplorazione e le meccaniche correlate, è il sistema di combattimento ad averne beneficiato di più in questo sequel poiché del tutto rielaborato. A differenza dei turni classici che caratterizzano i JRPG e sono stati la base di Ni No Kuni: La Maledizione della Strega Cinerea, qui assistiamo a combattimenti in tempo reale. L'impressione iniziale per cui Ni No Kuni II volesse abbandonare la profondità di un sistema che è sinonimo dei giochi di ruolo di stampo giapponese così da avvicinare di più i casual gamers e rendersi appetibile a un maggiore pubblico, viene messa da parte appena ci si prende del tempo per osservare le nuove meccaniche introdotte. Si passa dal corpo a corpo all'attacco a lungo raggio grazie alla magia, cui possiamo alternare schivata e parata per difenderci dalle controffensive nemiche, ma la vera novità del sistema di combattimento è rappresentata proprio da loro, gli Higgledies.
Come già detto rimpiazzano i Famigli e sono degli ottimi compagni di battaglia perché, pur non infliggendo danni significativi, al loro colore corrisponde un diverso beneficio - come è logico pensare, ad esempio, quelli verdi cureranno i nostri personaggi mentre ad altri potrebbero essere legati effetti elementali. Se a prima vista può sembrare una scelta bizzarra, a lungo andare ci si rende conto di quanto gli Higgledies servano a mantenere il ritmo degli scontri sostenuto senza dimenticare l'aspetto tattico. L'unica perplessità che si può sollevare riguarda il loro grado di diversità, se paragonati agli sfaccettati Famigli, ma Bandai Namco ha rassicurato non soltanto che la versione finale del gioco offrirà una maggiore differenziazione degli Higgledies ma che non si corre il rischio di scadere in combattimenti troppo ripetitivi nell'arco di poche ore.
Fatte le dovute considerazioni, Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno si prospetta un titolo degno di essere messo alla prova: il mondo si presenta più affascinante che mai, i personaggi sono più dettagliati, le aree maggiormente estese e arricchite da piccole chicche visive, senza poi dimenticare la bellezza delle animazioni. Il sistema di combattimento si fa più dinamico pur mantenendo un aspetto tattico di fondo e lo schermo adesso ospita più nemici di quanti fossero possibili su PlayStation 3. Tutto naturalmente nel bellissimo stile cel-shaded per cui l'originale è divenuto famoso. Saremo degni di guidare il mondo di Ni No Kuni lungo un nuovo cammino? Non ci rimane che aspettare il 19 gennaio 2018 per scoprirlo, su PlayStation 4 e PC.